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Perché a Trapani tutti parlano di vecchie intercettazioni del candidato sindaco Tranchida? A chi conviene farle uscire? Ecco cosa c'è dietro

18 aprile 2023

Perché a Trapani tutti parlano di vecchie intercettazioni del candidato sindaco Tranchida? A chi conviene farle uscire? Ecco cosa c'è dietro
In piena campagna elettorale per le comunali, a Trapani circolano alcune intercettazioni risalenti al 2007 nell’ambito di un’inchiesta chiusa con l’archiviazione. I due interlocutori erano l’attuale sindaco di centrosinistra del capoluogo, Giacomo Tranchida, ricandidatosi oggi per il secondo mandato e a quel tempo impegnato nel ballottaggio per le amministrative di Erice, e un funzionario di polizia. A chi conviene farle uscire adesso? E con quale messaggio? Sarebbe solo una storia di politica locale se non fosse che il territorio trapanese in questo periodo sta vivendo situazioni particolari (vedi le vicende legate a Matteo Messina Denaro) e se non fosse che a capo del dipartimento dell’immigrazione del Ministero degli Interni è stato nominato il prefetto Valerio Valenti, ritenuto molto vicino al potente senatore Antonio D’Alì, ex sottosegretario del governo Berlusconi e ora in carcere

Delle intercettazioni ripescate da un recente passato tornano nel dibattito politico attuale siciliano. Sono registrazioni trafugate clandestinamente, che da alcune settimane circolano nel sottobosco politico di Trapani, territorio di frontiera, anche nella caccia a Messina Denaro. L'aspetto più torbido della vicenda che vi stiamo per raccontare in esclusiva risiede nella diffusione spregiudicata di materiale investigativo destinato all'oblio. Pratiche tipiche dei dossieraggi più raffinati, che restituiscono il clima di veleni tipico di questa città. Ricatti atavici, alimentati per decenni, che ingolfano o intorbidano la ricerca della verità. I file audio in questione sono una decina di conversazioni telefoniche intercettate dai carabinieri di Trapani nel maggio 2007, tra due interlocutori “eccellenti”, nel corso di un'inchiesta finita poi con l’archiviazione. Uno dei due è un funzionario di polizia che lavorava nel territorio trapanese, successivamente trasferito ad altri ruoli a Roma, e di cui omettiamo il nome in rispetto del diritto all’oblio. Dall'altra parte della cornetta, Giacomo Tranchida, attuale sindaco di Trapani per il centrosinistra ora in corsa per la rielezione. Lo ripetiamo: in queste intercettazioni non c'è alcuna notizia di reato. Infatti ci chiediamo: perché escono fuori proprio adesso? A che scopo? Per inquinare le elezioni imminenti? Per gettare ombre su chi da una vita si occupa di antimafia con risultati eccellenti? O, ancora peggio, per mandare messaggi trasversali a gruppi di potere? Qui non ci sono di mezzo solo questioni di politica locale, come vedrete, perché il territorio trapanese rimanda a tutta una serie di questioni che superano i confini siciliani e arrivano dritti a Roma (come abbiamo scritto anche qui e qui) . Ma prima di addentrarci nelle risposte partiamo dai fatti e dai protagonisti di questa vicenda. 

Trapani
Il centro storico di Trapani

Chi è Tranchida

Il percorso di Tranchida lo vede “nascere” politicamente come dirigente del Partito Democratico di Sinistra nei primi anni ’90. Dopo due mandati di fila a capo della giunta del Comune di Valderice (1994-2003), diventa consigliere provinciale dei Democratici di Sinistra e poi, nel 2007, nuovamente sindaco ma questa volta a Erice, anche qui riconfermato nella consiliatura successiva, fino al 2012. Non eletto alle regionali del 2017 sotto le insegne del Pd, resta a Erice, in veste di presidente del consiglio comunale, fino a quando decide di candidarsi a primo cittadino del capoluogo Trapani nel 2018. Stravince le elezioni con ben il 70% dei voti, sostenuto da sette liste civiche. Oggi corre con 8 liste di supporto, avendo come avversari l’esponente di Fratelli d’Italia Maurizio Miceli (che sarebbe vittima di un “sabotaggio” dei leghisti i quali, stando al Giornale di Sicilia, preferirebbero appoggiare Tranchida), l’autonomista Anna Garuccio e un rivale interno al centrosinistra, Francesco Brillante.

Giacomo Tranchida
Giacomo Tranchida

Le intercettazioni

Le telefonate intercettate risalgono per la precisione alla settimana precedente al ballottaggio per le amministrative di Erice del 28 maggio 2007, poi vinte da Tranchida con un migliaio di voti di scarto sul candidato del centrodestra. In quei mesi la Procura di Trapani aveva aperto un'inchiesta per corruzione elettorale, cui si era aggiunta una denuncia di Tranchida per una tentata estorsione subita mentre erano nel pieno le indagini sul senatore Antonio D'Alì, che fino all'anno precedente era stato sottosegretario agli Interni del governo Berlusconi. Le intercettazioni riguardano incontri e valutazioni di opportunità nel corso dell'ultima settimana decisiva prima del voto. È da sottolineare che è nella piena facoltà di un amministratore, in questo caso un sindaco, chiedere informazioni a un ufficiale di pubblica sicurezza se lo ritiene necessario per premunirsi da eventuali rischi di illegalità. Allo stesso modo è facoltà di un funzionario della polizia rispondere e preoccuparsi di controllare il territorio di cui si occupa. 

Antonio D'Alì
Antonio D'Alì

Gli audio più delicati

Negli audio si sente, ad esempio, la dritta del dirigente di polizia su un imprenditore che fa il doppio gioco (dicendo a Tranchida di voler votare per lui, mentre in segreto incontrava il candidato del centrodestra), l'imbeccata sulle scelte amministrative per impedire la costruzione di un bar nell'area in cui c'è stata la Strage di Pizzolungo, e altre vicende. C'è soprattutto la segnalazione in presa diretta di una presunta compravendita di voti, che sarebbe stata sussurrata a Tranchida da una donna candidata tra le sue liste. Una manovra avvenuta a pochi giorni dal voto, per cui fu necessaria l'installazione di una microspia addosso al politico, che voleva davvero capire cosa stesse accadendo attorno a lui e riuscì così a registrare la proposta indecente in cui la donna alludeva al caso, senza esplicitare i nominativi di chi era disposto ad acquistare i suoi voti.

Valerio Valenti
Valerio Valenti

A chi danneggiano questi audio

Sono conversazioni custodite per lunghi anni, che da alcune settimane circolano con pendrive distribuite nei retrobottega della politica locale, diventando argomento diffuso nelle chiacchiere da bar. A chi conviene tirarle fuori? A chi vuole comunicare che Tranchida non è "affidabile" per gestire tutta una serie di affari, dato che si scambiava informazioni con la Polizia e si "imbottiva" di microfoni per carpire informazioni? A chi ha come scopo solo quello di danneggiarlo politicamente? Trapani, lo ripetiamo, in questo momento è in piena campagna elettorale per eleggere il nuovo sindaco. Tranchida è ricandidato e queste pendrive clandestine stanno girando di mano in mano proprio alla vigilia del dibattito fra i candidati sindaci di Trapani che andrà in scena giovedì 20 aprile. Chissà se in questa sede qualcuno tirerà fuori questa vecchia storia locale, proprio ora che il territorio trapanese è tornata al centro dell'attualità nazionale per le vicende legate all'arresto e alle coperture di Matteo Messina Denaro. E proprio adesso che c'è stata la nomina del prefetto Valerio Valenti, di origine trapanese, a capo del dipartimento Immigrazione del Ministero dell'Interno, un fedelissimo del senatore D'Alì, ora in carcere per favoreggiamento, per anni sottosegretario agli Interni del governo Berlusconi (2001 – 2005). Insomma, questioni del passato che bussano prepotentemente al presente. E inducono a porsi interrogativi inquietanti: chi, e con quali scopi precisi, ha fatto circolare quelle registrazioni, che appartengono a un procedimento definitivamente archiviato, e dunque privo di qualsiasi notizia di reato? E chi ha interesse a delegittimare Tranchida, che ha cercato di capire cosa stesse accadendo attorno a lui, ricorrendo all’aiuto di un poliziotto?

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