La notizia è stata data dal giornalista del Financial Times Tom Wilson, che ha parlato di uno scoop. In effetti l’articolo è uscito prima della conferenza stampa del laboratorio protagonista di quello che sembra essere un evento importante per la ricerca nel campo della produzione di energia. Le fonti sarebbero anonime e avrebbero parlato di un successo ottenuto dal Lawrence Livermore National Laboratory in California. Si tratterebbe della prima volta dopo decenni di esperimenti. Il centro di ricerca sperimentale avrebbe ottenuto energia dalla fusione nucleare, il meccanismo in atto all’interno del sole, grazie all’uso di macchinari che avrebbero richiesto meno energia di quella prodotta. Si parla in questi casi di energia netta. La caratteristica più importante resta la possibilità di produrre energia senza emissioni, completamente pulita, che potrebbe rivoluzionare il futuro del settore.
Tuttavia bisogna placare gli entusiasmi. Il laboratorio di ricerca più importante d’Europa in questo campo, il JET nel Regno Unito, aveva già ottenuto dei risultati molto rilevanti a febbraio di quest’anno, ma al tempo era stato spiegato come le speranze di applicazioni in un futuro prossimo fossero remote. Il corrispondente scientifico della BBC Jonathan Amos, per esempio, aveva ragionato nell’ordine di decine e decine di anni: «Una stima suggerisce forse 20 anni. Poi la fusione dovrebbe essere scalata, il che significherebbe un ritardo di qualche altro decennio». Al tempo, inoltre, il quantitativo di energia prodotto non era tanto quanto quello impiegato nell’esperimento, nonostante si trattasse del laboratorio di ricerca più avanzato da questa parte dell’oceano.
A tutto questo vanno aggiunte le affermazioni degli autori della nuova ricerca finita sul Financial Times: «L'analisi è in corso, quindi pubblicare le informazioni [...] prima che il processo sia completato completo sarebbe impreciso». La conferma attesterebbe comunque il primo caso del genere, il ché potrebbe aprire molte strade, ma non a breve termine. C’è chi ha parlato di questa notizia come di una nuova tappa verso la transizione ecologica, anche nell’ottica della conversione del mercato automotive verso veicoli a emissioni zero. Tuttavia le tempistiche previste per la commercializzazione di prodotti basati su questa tecnologia non sono brevi. Si parlerà ancora di decenni di ricerca e sperimentazione e l’idea di sfruttare questa tecnologia per motori e veicoli non è plausibile né in previsione.