Oggi avrebbe compiuto 54 anni. Sinisa Mihajlovic, o Sergente, come erano soliti chiamarlo in molti per via del suo temperamento acceso sia sul campo da gioco che in panchina, se ne è andato via troppo presto, dopo una lunga lotta contro la malattia. Una male contro cui combatteva dal 2019, la leucemia, che comunque non gli aveva impedito di rimanere alla guida del Bologna. Il messaggio di speranza lanciato tempo prima su Twitter da Lapo Elkann era suonato già come un allarme, un messaggio di incoraggiamento che non lasciava presagire nulla di buono: “Un abbraccio ad un amico al quale voglio molto bene: Sinisa Mihajlovic. L’affetto di molti di noi spero arrivi a te e alla tua famiglia!! Tvb e desidero vederti presto”. Nel giorno del suo compleanno arriva sugli schermi di Dazn, ovviamente in una data decisamente simbolica non scelta a caso, l’ultima cavalcata dell'allenatore sulla panchina rossoblù. Tutta la stagione calcistica del 2021-22, con un Sinisa senza alcun filtro. We are one, documentario in 5 episodi sul Bologna che era riuscito a vedere in anteprima.
Sinisa è stato un campione dentro e fuori dal campo, un personaggio che ha dato tantissimo al calcio: unico sui calci piazzati. Indossando le maglie della Roma, Samp, Lazio, e Inter è diventato uno dei difensori più forti e temibili della sua epoca. Questo prima della scelta di intraprendere la carriera da allenatore, che lo ha portato su non poche panchine della serie A. Un'avventura, la sua, iniziata e conclusa con il Bologna, e nel mezzo si sono inserite tante esperienze che vanno dal Catania, alla Fiorentina, al Milan fino alla nazionale della Serbia. Una carriera costellata di grandi successi e anche alcuni scontri e controversie, per un personaggio apprezzato soprattutto per la sua irriverente schiettezza, per il suo modo unico e diretto di dire le cose, anche se scomode o fastidiose. Mihajlovic, un unicum per il calcio dell’epoca. Buon compleanno Sinisa, ovunque tu sia.