Aldo Grasso, critico televisivo del Corriere della Sera, ha dedicato la sua rubrica quotidiana alla Formula 1, confessando di annoiarsi a morte davanti alla TV. Mentre si diverte col ciclismo, di cui è grande appassionato. Ma le gare, nella fattispecie quella di Miami, sono davvero noiose come dice lui? Ecco il suo commento a caldo. “Non so perché ma il Gp automobilistico di Miami, la cui pista ruota attorno all’Hard Rock Stadium, un monumento alla sfarzosità del posto, mi fa pensare al circo e al videogame. Pochissimo allo sport. Sarà perché tutti chiamano la Formula 1 «Circus»; sarà perché ogni anno bisogna inventare qualcosa di attrattivo come nelle vecchie fiere (alle prove che stabiliscono la griglia di partenza è stata aggiunta la carnevalata della Sprint Race con un nuovo giro di qualifiche); sarà perché la Red Bull di Max Verstappen vince sempre e gli incidenti sono i soli elementi che possono cambiare l’ordine d’arrivo; sarà che l’eccesso di elettronica trasforma la competizione in un videogame; sarà che nonostante tutte queste innovazioni, gli investimenti milionari e le telecronache entusiastiche di Carlo Vanzini, lo spettacolo offerto è spesso noioso; sarà quel che sarà”.
L’aspetto più interessante della Formula 1? “Dato il volume di investimenti, è la sua natura di Soft Power, che è quella strategia che permette a un determinato Paese di diffondere la propria cultura, i propri ideali e i propri valori, senza fare ricorso a metodi, diciamo così, più coercitivi, più hard. Tutti citano Hollywood come il caso più clamoroso e riuscito di diffusione di un’ideologia. Pensiamo cosa ha rappresentato la tv italiana per l’Albania, in quanto a emigrazione. Un ambito dove l’uso del Soft Power salta subito all’occhio è indubbiamente quello sportivo. […] Una regione che sta investendo molto sull’organizzazione di manifestazioni sportive è quella del Golfo Persico. Dal Qatar agli Emirati Arabi Uniti, dal Bahrein all’Arabia Saudita, questi Paesi sono alle prese con importanti sforzi in ambito sportivo: sponsorizzazione di squadre di calcio, di ciclismo, circuiti di Formula 1 e Motomondiale”. Fino alla chiosa inequivocabile: “Da quando non c’è più competizione, da quando la Ferrari non vince più, da quando il Circus mi sembra solo una costosa baracconata, mi annoio e penso al Soft Power”.