Alex Marangon, 25 anni, è stato ritrovato privo di vita sul Piave. Il ragazzo aveva partecipato a un ritiro spirituale nell'abbazia di Santa Bona a Vidor, nel Trevigiano, zona diventata celebre negli ultimi anni per il presunto ma costante avvistamento di Madonne da parte di una sciura più volte smentita ma tuttora creduta da molte persone. Pazienza. Avrete sicuramente letto storie bizzarre riguardo alla sostanza somministrata durante questo tipo di ritiri "sciamanici", l'ayahuasca. Si tratta di avvenimenti che accadono molto più spesso di quanto si possa pensare, anche vicino a casa vostra. Questo non significa che siate circondati da tossicodipendenti che vedono i draghi. Lo sappiamo perché, anni fa, abbiamo partecipato a una di queste "cerimonie", tre giorni in totale, che si è tenuta in un seminterrato di Oggiono, ridente paesino brianzolo. Ora, già il fatto di incontrare uno sciamano, vestito da sciamano, in quel di Oggiono è stata esperienza surreale, forse la prima allucinazione. In realtà, tutto ciò che possiamo fare è raccontarvi come sia andata, visto che siamo ancora qua. Prima, però, una doverosa premessa: questo non è uno spot, è un report. Nessuno vi sta consigliando di assumere allucinogeni. Anzi bimbi, lasciate perdere. Provato per voi.
Io dell'ayahuasca non sapevo un cazzo. Ma zero proprio. Né, più in generale, delle droghe. Mi fa schifo anche solo l'odore dell'erba, figuriamoci il sapore, e sono, già di natura, troppo iperattiva per la cocaina. Mai provata, fossi matta. Certi giorni, penso di essere il principio attivo della cocaina, che la cocaina in qualche modo venga estratta da me nella scarsa manciata di ore in cui, grazie a Mefisto, dormo. Comunque sia, anni fa ero straziata dall'ennesima storia sentimentale finita di merda (per me), senza lavoro e con una vita molto noiosa. Non ero di ottimo umore, mai. Proprio come oggi. In ogni caso, una sera cazzeggiavo su Netflix e mi sono imbattuta in un documentario di cui non ricordo nemmeno il titolo. Ricordo però che, a un certo punto, il voice over parlava di sostanze allucinogene. Tra cui questa misteriosa ayahuasca, usata in riti sciamanici del Sud America. Non crea dipendenza, dà allucinazioni sempre bellissime, da che mondo è mondo c'è morta una sola persona dopo averla inalata (sì, si tira su col naso). Ed è "morta di stupore". Questo diceva il doc. Non avevo (e non ho) assolutamente idea dell'attendibilità di tutto ciò. "Che morte meravigliosa!", ho esclamato tra me e me, però. Se proprio devo tirare le cuoia, tanto non è che mi sia rimasto molto per cui stare in giro, sarebbe una figata andarmene così: felice, finalmente. O anche solo stupita.
Cinque secondi dopo ero già su Google a digitare "ayahuasca Milano", senza grosse speranze. Invece, i risultati sono stati incoraggianti: proprio l'indomani, sarebbe iniziato un ritiro spirituale a base di quella roba lì in Brianza, a Oggiono. A Oggiono? A Oggiono. Per intenderci, Oggiono è un paesino in cui stanno due case, il baretto dei vecchi col bianchino, la chiesa e poi basta, comincia già il paesino dopo. Che è uguale. Non che avessi milioni sul conto, forse non arrivano nemmeno a 1000 euro col binocolo. Ma ho scelto di investirne 300 (in contanti, ovviamente) per andare, la sera dopo, a Oggiono e partecipare a un rito sciamanico in cui perfetti sconosciuti mi avrebbero infilato su per il naso un allucinogeno di cui non avevo mai sentito parlare fino a cinque minuti prima. Era una buona idea? Ovviamente, no. L'ho fatto? Altrettanto ovviamente, di corsa.
Arrivo alla meta, c'è una villa in mezzo al nulla che, nonostante il buio, non pare nemmeno troppo male da fuori. Parcheggio. Entro e faccio subito brutto alla "reception" (un tizio seduto a un tavolino che spuntava i nomi degli ingressi): "Allora, io ho già abbastanza cazzi nella vita e prendo lo Xanax. Se questa cosa può farmi male, vi lascio qua i soldi e me ne vado". Il tizio mi risponde, tranquillissimo, dicendomi di non preoccuparmi, andrà tutto bene. Poi mi allunga un sacchetto di plastica. Perché "ti servirà", precisa. Ok. Scendiamo nel seminterrato. Come all'inizio di ogni Z-Movie con la protagonista troppo demente per essere reale. E invece, in quel caso, ero proprio io, la demente.
Una volta giù, trovo già una ventina di persone, tutte sconosciute, sdraiate ognuna su un tappetino da yoga. Il tizio mi mostra quello che sarebbe stato il mio. Il seminterrato è molto buio, non vedo nessuno in faccia né mi interessa. Quando arriviamo più o meno a trenta, lo sciamano di Oggiono scende le scale. È calvo, ma ha in testa un copricapo piuttosto vistoso, come fosse un capo indiano non lo so. Saluta in italiano e inizia a litaniare qualche cosa di incomprensibile. Insieme a lui ci sono due assistenti (?) che avranno il compito, per l'intera nottata, di rimanere vigili e vegliare su noi sciagurati strafatti, in modo che nessuno si faccia male o chissà che. Bene. Qui (mi) viene detto per la prima volta l'unico, infinitesimale effetto collaterale immediato dell'ayahuasca: vomito e diarrea, all together. Ed ecco spiegato il sacchetto. La prospettiva che passerò quella notte, e le due successive, con trenta sconosciuti che vomitano e cagano non mi scalfisce minimamente. Procedo. Incosciente e demente come solo quando hai una pessima idea, lo sai, ma darti torto sarebbe peggio di rununciarci. È anche una questione di orgoglio, comunque. In un certo senso, credo.
Subisco un paio d'ore, quantomeno percepite, di litanie in lingua sconosciuta. Poi, finalmente (?), ci fanno mettere in fila tipo comunione alla messa della domenica davanti allo sciamano. Sarà lui a infilarci un "coso", lo stesso per tutti (anche molto igienico, devo dire) su per la narice, dopodiché avremo allucinazioni bellissime. E vomito. E merda. Ok. Procediamo. Torno in branda, sto benissimo. Nel senso che non ho alcuna sensazione strana. Passano i primi dieci minuti e ne ho già le palle piene, chiedo di tornare a casa "che 'sta cosa non funziona". Ovviamente, mi rispondono di no. "Devi soltanto aspettare un po'", aggiungono. Sì, ma non avete capito che io sono iperattiva. Dieci minuti, una cazzo di eternità. Vabbè. Resto lì. Che devo fare?
Siamo al buio, qualcuno inizia a vomitare. Poi qualcun altro idem, in pochi minuti tutti stanno rimettendo l'anima. Tranne me che ancora mi spacco i maroni. Però mi sento un filo più tranquilla, non proprio un cuorcontento, ma meno incazzata. Il tappetino da yoga mi sembra improvvisamente comodissimo, mi ci spaparanzo sopra come fosse un King Size. A una certa, vedo tutto rosso. Sento di essere sulla cima di un precipizio, c'è vento forte, fortissimo, il cielo è appunto rosso. Non la trovo una situazione terrificante, per qualche motivo, mi dà pace. Guardo pure giù, anche se soffro di vertigini. "Lì", non ne soffro per niente, sono invulnerabile, chissà. Beh, comunque questa è e resterà l'unica allucinazione nel corso dell'intera nottata. Non un granché, dopotutto, niente draghi. Intanto, torno alla realtà e la realtà è che tutti intorno a me stanno vomitando l'anima. Mentre lo sciamano e i suoi due assistenti procedono avanti e indietro litaniando nella solita lingua sconosciuta. Lui, quello calvo col copricapo esotico, ha anche una specie di tamburello in mano, lo suona e canticchia una "melodia" molto simile alla novena del rosario. Però in sanscrito o boh, sa Mefisto cosa sta dicendo. Sempre ammesso che stia dicendo qualche cosa veramente. Pazienza. Comunque, mi fa ridere tutto.
La gente smette di vomitare e cagare, alcuni si addormentano. Per gli Highlander rimasti svegli c'è un secondo giro, a sentimento. Già che ci siamo, lo facciamo quasi tutti. E ripartono le danze. Su di me, ancora nessun effetto collaterale, sto in paradiso, sono l'eletta. O, almeno, questo è quello che penso. Lo sciamano e i suoi soci si smaronano di litaniare e mettono su della musica, pop italiano. Quando parte una roba tipo "Mi Fido di Te" di Jovanotti, scatto in piedi per protesta - c'è un limite a tutto, e pretendo di uscire a fumare. Mi accompagnano fuori anche se faccio storie, ovviamente, perché non ce n'è bisogno. Allora, mi scortano stando dietro di me, a un metro. Così lo posso accettare, sû de döss. Recupero una sigaretta, me l'accendo nel cortile. È molto buio ma, per qualche ragione, mi convinco che un cespuglio mi stia guardando male. Vado a litigarci (sempre scortata) mentre fumo. Lo prendo a calci, sono adiratissima. Poi me ne dimentico e rientro. Appena metto piede nel corridoio, svengo. Per due minuti. Riapro gli occhi e vedo decisamente troppe persone intorno a me, con sguardo preoccupato. Li mando tutti a fanculo, mi rialzo e torno in branda. Strattono uno che vuole prendermi il braccio per accompagnarmi. Stai molto più tranquillo di così che va tutto bene, ci sono io. Tornata sul tappetino, almeno non c'è più la canzone di Jovanotti. C'è qualcos'altro, comunque io non ho sonno, non dormo. Sono l'unica a non dormire. Lo sciamano calvo di Oggiono comincia a danzarmi intorno, litaniando col tamburello. Lo lascio fare finché provo pena per lui e fingo che Morfeo mi abbia raggiunta grazie alle sue mirabili intercessioni. Così si leva dal cazzo e la finisce di umiliarsi.
A un certo punto è giorno, facciamo colazione al piano di sopra, tutti in estasi mistica. Tranne me. Comunque almeno li vedo in faccia per la prima volta. C'è un ragazzo che ha al polso bracciali, quelli brutti di tela, con ricamato sopra "Lourdes" e "Međugorje". Insomma, questo non so che problema abbia. Ma le sta provando tutte. Poi torniamo nel seminterrato e lo sciamano, insieme a una sedicente psicologa, ci intrattiene con una bella seduta cumulativa per raccontare la nostra esperienza notturna. Ci dicono di non raccontare il motivo per cui siamo lì, ma di limitarci a cosa abbiamo visto o provato nottetempo. Una signora sulla sessantina se ne batte e salta fuori dicendo che ha un tumore. Psicologa e sciamano calvo di Oggiono si fanno seri: "Lei è benvenuta quando vuole, ma deve tener presente che questa non è una terapia. Se sente dei benefici interiori, ok. Però vada in ospedale e faccia tutto ciò che le dice il suo medico, noi qui non abbiamo il potere di risolvere nulla". Dai, se non altro mi paiono brave persone.
Una ragazza piange molto ma non ricordo perché. Dopo il racconto dell'esperienza, a ognuno viene affibbiato un "esercizio" diverso, a seconda di ciò che ha manifestato, suppongo. Chissà come mai, a me propongono di tirare pugni a un materasso fino a che mi va. Resto lì mezz'ora a prenderlo a cazzotti, mi sanguinano le nocche ma non mi fermo. E comunque, allora, questi ce li avevano i materassi. Altro che tappetini da yoga, spilorci!
Starò lì altri due giorni, non succederà nulla di particolarmente diverso rispetto a quanto esposto finora. Noia, litanie, lo sciamano che balla, gente che vomita e caga tantissimo. Non faccio amicizie, non me ne frega niente di nessuno. Neanche dell'ayahuasca, ma tanto ormai stavo lì. Il tutto si risolve in un fattarello forse divertente da raccontare, anche se mi aspettavo i draghi. Non sono morta di stupore, come diceva quel voice over di Netflix, ma nemmeno sono morta. Mi pare già un buon risultato, per così dire. Al momento del congedo, ci viene detta dallo sciamano una cosa che ho apprezzato molto: "È stato un piacere, speriamo vi abbia fatto del bene ma soprattutto speriamo di non rivedervi più qui perché vogliamo pensarvi felici e sereni". Ci sta. Me ne torno a casa, continuo la mia vita di stenti e privazioni, mi trovo un lavoro, poi un altro, faccio cose, vedo gente, mi annoio. Ho avuto una pessima idea, ma anche la fortuna di poterla raccontare. Poteva finire male in qualsiasi momento, semplicemente, non è successo. Di base, mettiamola così: non fatevi infilare sostanze ignote su per il naso da uno sciamano calvo di Oggiono (o di qualunque altra paesino in mezzo al nulla). A prescindere dal fatto che possiate sopravviere alla cosa senza grosse conseguenze, ribadiamo il concetto e vi invitiamo a leggere la seguente frase ad alta voce: farsi infilare roba allucinogena nel naso da uno "sciamano" brianzolo nella splendida cornice di un seminterrato pieno di gente sconosciuta che vomita e caga l'anima per tutta la notte. C'è davvero bisogno di specificare che sia un'idea di merda?