Siamo a luglio inoltrato, piena estate, e il caldo sta iniziando a farsi sentire. I nervi sono a fior di pelle nelle strade, negli uffici, in famiglia. Basta un disturbo di troppo e può scatenarsi il putiferio. Nel caso di Stefano Feltri, rinomato e conosciuto giornalista, solitamente noto per i suoi toni pacati, il disturbo di troppo è coinciso con una, due, tre o forse più chiamate telefoniche da parte di Eni Plenitude.
Si sa: dopo il passaggio definitivo al mercato libero per le utenze domestiche di luce e gas, le chiamate dei call center che propongono offerte “vantaggiose” si sono moltiplicate. Tornando a Feltri – non a Vittorio, anche lui in questi giorni nell'occhio del ciclone per qualche polemica di troppo – sembra di capire che quelli di Eni Plenitude abbiano più volte telefonato al giornalista. Forse troppe volte, al punto da far sbroccare il columinst di Internazionale, MilanoFinanza e Vanity Fair.
Se andate su X, sul profilo di Stefano Feltri, date un'occhiata al tweet pubblicato dal nostro il giorno 10 luglio alle ore 17:56. Il riferimento, generico, è ai “dirigenti di Eni Plenitude”. Il messaggio minaccioso del giornalista inizia così: “Cari dirigenti di Eni Plenitude: vi dico pubblicamente quello che ho appena detto all'ennesimo vostro call center: se mi richiamate ancora una volta, vi denuncio in Procura. E nell'attesa dei tempi della Giustizia, faccio una bella inchiesta sull'azienda e su quanto è "green".
Feltri ha quindi provato a fare retromarcia pubblicando un sceondo cinguettio, distensivo e rasserenante: "Un aggiornamento su questo: dopo il tweet mi ha chiamato un cortese portavoce di Eni Plenitude che si è scusato e mi ha detto che verificherà se a telefonare sono davvero loro call center o altri abusivi, nel caso siano loro mi metterrano in un black list di gente da non chiamare". Tutto archiviato? Non per il popolo del web.
Apriti cielo. L'affondo di Feltri ha scatenato un mare magnum di commenti che hanno letteralmente travolto l'ex direttore del quotidiano Domani. I followers (con la s) di Feltri hanno accusato il commentatore di abusare della propria professione giornalista, di non rispettare il codice deontologico, di rovinare il giornalismo investigativo e chi più ne ha più ne metta.
“Si rende conto che ha appena minacciato un'azienda, abusando della propria professione di giornalista, perché infastidito da un call center? E da qui si capisce tutta la discrezionalità con cui fate queste inchieste, anche in ambito politico. Partigianeria a profusione...”, ha scritto un utente alimentando un vero e proprio vespaio. Altri hanno fatto notare a Feltri che questo non è giornalismo: “Capisco l'irritazione per i call center, che è comune a molti di noi, ma che modo è di reagire?”. Altri ancora ci sono andati giù ancora più pesanti parlando addirittura di “ricatto”: “Nel senso che lei sa che c'è del marcio su faccende serie e non lo denuncia pubblicamente pur avendone la possibilità o che dall'alto della sua visibilità può creare casi farlocchi per infamare aziende che le stanno antipatiche?”.
Ok lo sc***o tra Feltri e i call center di Eni Plenitude (ma l'azienda c'entra qualcosa o è vittima degli stessi call center?, ha fatto notare qualche arguto internauta), ma ricordiamo che tra il giornalista e l'azienda in questione c'erano già state scintille. Nel 2021, quando Stefano Feltri dirigeva Domani, Eni aveva chiesto al quotidiano un risarcimento di 100mila euro perché riteneva di essere vittima di una campagna diffamatoria operata dallo stesso giornale. “Soldi da versare prima ancora di una querela, una sorta di richiesta di danni "preventiva" che tra l'altro non esclude che l'Eni possa successivamente procedere con una ulteriore azione legale”, faceva notare la Fnsi, la Federazione Nazionale Stampa Italiana sul proprio sito.
Due anni più tardi, nel 2023, in un'editoriale sempre su Domani, Feltri scriveva che “tra Eni e governo ormai da tempo il potere è sbilanciato a favore dell’azienda, che influenza le strategie internazionali dell’Italia”. Eni ha replicato duramente rispondendo punto per punto. Adesso è il turno di Feltri replicare, e per altre questioni, a Plenitude.