L’affaire Ferragni delle uova di Pasqua continua a far discutere. Non solo per il modo in cui lei lo ha fatto sapere ai propri follower, ovvero tramite una storia Instagram in cui poi ha messo il link del comunicato ufficiale, ma anche perché il pagamento del milione e 200mila euro avverrà in tre rate. Come è possibile? Lo abbiamo chiesto all’avvocato Mariangela Servino, uno dei volti di riferimento del Codacons, che ci ha chiarito le modalità con cui questo avverrà. Ma a che punto è, invece, il caso del pandoro? E come mai la ex signora Fedez non ha scelto la medesima strategia difensiva? Astuzia? Non sembrerebbe. C’è una cosa, poi, che noi di MOW abbiamo notato, ed è una sua foto molto particolare: il volto di Chiara Ferragni sorridente con dietro il marchio easyJet. Un caso? O pubblicità occulta? Avrebbe dovuto scrivere #adv o #noadv? La risposta dell’avvocato è sorprendente.
In merito al caso delle Uova di Pasqua, quello della Ferragni è un patteggiamento?
La legge prevede che, nel corso del procedimento avviato dall'Agcm per accertare se una pratica commerciale è scorretta, il soggetto nei confronti del quale l'Autorità ha avviato le indagini possa presentare dei cosiddetti “impegni” per evitare la pesante sanzione. Infatti, dice la legge, che l'assunzione di impegni, se approvati dall'Agcm, sia tale da far venire meno i profili di illegittimità della condotta. Se, dunque, l'Autorità ritiene consono l'impegno proposto, il procedimento si chiude non già con una multa bensì con il vincolo formale di rispettare l'impegno preso. Nel caso di specie, se la signora Ferragni non dovesse poi rispettare l'impegno preso, si legge nel provvedimento dell'Agcm, incorrerà in una sanzione da 10mila a 10milioni di euro.
C’è chi pensa che si tratti di beneficenza. Ma è così? E soprattutto, perché pagare in tre rate?
Solitamente la beneficenza dovrebbe essere un atto che nasce spontaneo. Qui di spontaneo non ci vedo proprio niente. È più una strategia ragionata per evitarsi la sanzione dell'Agcom che avrebbe potuto essere ben più elevata (fino a 10 milioni di euro) rispetto all'impegno di destinare 1 milione e 200mila euro all'impresa sociale “I bambini delle fate”. Non si tratta di 3 rate ma di esercizi finanziari 2024, 2025 e 2026. In particolare, le Società Fenice e Tbs dovranno devolvere, il maggiore tra questi importi: o il 5% del fatturato o un minimo garantito cumulativo per entrambe le società pari a 400mila euro per annualità, che verrà corrisposto laddove la somma degli utili conseguiti dalle società risultasse inferiore a tale cifra. Quindi un minimo di 400mila per il 2024, 400mila per il 2025 e 400mila per il 2026.
Se non si fosse trovato questo accordo, che cosa avrebbe rischiato?
Ai sensi dell'art. 27 del Codice del Consumo l'Autorità avrebbe potuto disporre l'applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria fino a un milione euro in capo a ciascuna società della Ferragni, tenuto conto della gravità e della durata della violazione, nonché delle condizioni economiche e patrimoniali del professionista. Ovvero un importo pari al 4% del fatturato annuo del professionista realizzato in Italia ovvero negli Stati membri dell'Unione europea interessati dalla relativa violazione. Quindi, l'Autorità avrebbe applicato una sanzione, nei termini di cui sopra, a ciascun professionista. Mentre le due società della Ferragni hanno presentato un impegno cumulativo e dunque, sembrerebbe che hanno così in primo luogo dimezzato quella che sarebbe stata la possibile sanzione che l'Autorità avrebbe irrogato singolarmente ed evitato in secondo luogo il rischio di ricevere una sanzione di importo di gran lunga più elevato (sino a dieci milioni di euro).
E come mai il milione e 200mila euro sono legati agli utili? Un escamotage?
Come chiarito sopra, il 5% per cento degli utili viene tenuto in considerazione solo se tale somma è maggiore di euro 400 mila a esercizio finanziario. Se dovesse risultare inferiore o se non ci dovessero essere utili, le due società dovranno, in ogni caso, versare un minimo di euro 400 mila ad annualità per gli anni 2024, 2025 e 2026.
Con il caso Balocco come mai non ha patteggiato?
A mio parere, nel caso Balocco, essendo la prima volta, è stato preso sottogamba e forse pensavano di scamparsela. Visto, invece, il pesante precedente, questa volta, hanno ragionato che assumersi un impegno avrebbe scongiurato la sanzione e tutte le conseguenze che essa comporta.
Ma per quanto riguarda il caso del pandoro a che punto siamo?
Sembrerebbe che la Ferragni abbia depositato in giudizio la rinuncia al ricorso al Tar in virtù dell’intesa per il caso uova di Pasqua e pagherà dunque i due milioni di euro di sanzione per il pandoro. Per quanto riguarda invece il penale risulterebbe allo stato indagata, anche per le uova di Pasqua, per truffa aggravata. Sicuramente l'assunzione dell’impegno per le uova potrebbe avere affievolito la gravità della condotta. Tutto ciò potrebbe essere positivamente valutato sia dal Pm che dal giudice. Una buona strategia difensiva.
Noi di MOW abbiamo ritenuto sospetta una foto che ha messo lei nelle sue storie Instagram che la vedevano sorridente davanti alla scritta della easyJet. Può essere considerata pubblicità occulta? Doveva mettere legalmente la scritta #noadv?
A mio parere potrebbe configurarsi la pubblicità occulta. Avrebbe dovuto inserire la dicitura adv. Molto strano che nella foto è inquadrato così bene il marchio easyJet ma ora, dopo aver ricevuto la vostra segnalazione, è sicuramente una questione che potrebbe essere valutata dall'Agcm.
Che cosa implica il reato di pubblicità occulta?
La pubblicità occulta rientra sempre all'interno della categoria di pratica commerciale scorretta. Quindi, se accertata dell'Antitrust, sarebbero comminabili le sanzioni pecuniarie previste dagli artt. 20 ss. del Codice del Consumo.