Chiara Ferragni è tornata al centro dell’attenzione mediatica come non si vedeva dai tempi del pandoro gate. Prima per la presunta chiusura del negozio del suo brand, in cui noi siamo stati e che già all’epoca avevamo trovato deserto, poi per l’accordo raggiunto sulle uova di Pasqua targate Dolci Preziosi con l'Antitrust. Ma oggi a fornire nuovi dettagli in merito alla "stabilità" delle sue aziende, alla proprietà dei locali di cui dispone e alla sua situazione economica è il giornalista e volto di Rtl 102.5 Gabriele Parpiglia sui social: “Dopo aver svelato il cambio di rotta che le società di #chiaraferragni con negozi che chiudono e tagli del personale, anche se lei sostiene di aver licenziato solo l’ex responsabile della comunicazione (e aggiungiamo perché ha scoperto un video in cui la persona offendeva la sua stessa capa), ma non è assolutamente così. Perché in questa ristrutturazione, continua l’emorragia per ristabilire una sorta di solidità economica legata all’unica “merce” che si può salvare cioè il nome-marchio “Chiara Ferragni” inteso come Sisterhood. Ma di che ristrutturazione parla?
Nel post Instagram Parpiglia prosegue dicendo che “qualche giorno fa abbiamo svelato la notizia degli uffici messi in vendita e/o dati in affitto dove quello centrale in via Turati non era compreso. Era stato chiesto di fare una smentita. Richiesta rifiutata, perché poche ore dopo un contatto ci ha svelato al dettaglio che una parte degli uffici di Turati (e stiamo parlando di 550 mq, con parquet galleggiante, arredato e cablato, 2 posti auto compresi nel canone, ristrutturato) sono in affitto e sono stati proposti a lui. Nella sede del cuore delle società facenti capo a Sisterhood la holding personale legate a Chiara Ferragni c’è una persona che sta lavorando al cambio di rotta ed è Alessandro Marina, un consulente noto sulla piazza della moda milanese preso con compiti di riallacciare i rapporti commerciali indeboliti dal caso Balocco, dalle uova di Pasqua e non solo. Marina (non Di Guardo che dopo cinque giorni dalla notizia delle frizioni con sua figlia, ha messo un selfie per dire “sono con te” e questo non fa altro che confermare la nostra tesi. E poi la scrittrice, oggi manager, dovrebbe sapere che una smentita deboluccia è giornalisticamente una doppia conferma) prima di trovare investitori che oggi mancano, deve pensare a tagliare i costi. Tutto questo anche per affrontare la cifra di 1,2 milioni di euro post chiusura istruttoria Antitrust. Accordo dilazionato in tre rate (una multa e/o accordo tra le parti). Detto ciò, il costo dell’affitto è 495 mila euro annui. Costi che oggi l’azienda Ferragni deve tagliare insieme al resto”. Ma quindi Parpiglia ci sta dicendo che lentamente l’impero sta crollando?