Vi abbiamo già raccontato di come diversi brand facciano fatica ad avvicinare il proprio nome a quello di Chiara Ferragni. Questo vale per i marchi di moda, del food, ma anche per gli hotel. Mesi fa, infatti, l’Hotellerie De Mascognaz in Valle d’Aosta era stato costretto a togliere un post dai propri canali social per i troppi insulti che erano arrivati. Un danno d’immagine, oltre che un episodio spiacevole per la stessa Ferragni. Le ombre lunghe del pandoro-gate, però, arrivano fino a oggi. È di queste ore una storia postata dalla influencer in cui si ritrae la piscina del Cap Vermell Grand Hotel di Maiorca: “We loved our stay in Mallora #inpartnerhip with Cap Vermell Grand Hotel”. Un contenuto, quindi, pubblicato per fini commerciali. Ma come l’hanno presa i follower della struttura? O più precisamente: gli hater di Chiara Ferragni si sono scatenati anche in questo caso? La pagina Instagram del Cap Vermell ha deciso di limitare i commenti sotto ai suoi post: troppe, anche in questo caso, le reazioni negative. Un’azione, quella dell’hotel, volta a stroncare sul nascere la possibilità di una shitstorm.
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Da mesi, soprattutto dopo lo scandalo beneficenza, molti hanno rivolto l’attenzione alle modalità di comunicazione degli influencer, agli hashtag impiegati, al tipo di collaborazione dichiarata. L’avvocato Massimiliano Dona aveva provato a fare un po’ di chiarezza, sottolineando come, qualora si trattasse di una collaborazione senza fini commerciali, fosse necessario l’inserimento dell’hashtag #noadv; nel caso della fornitura di un servizio (o di un prodotto) al content creator, senza che quest’ultimo abbia pagato, l’hashtag da indicare è #suppliedby (o #gifted). Di questa seconda tipologia era il post pubblicato da Chiara Ferragni lo scorso inverno. Un test, sosteneva Dona, con cui l’influencer voleva sondare il terreno con i prorpi fan, mentre il caso pandoro era ancora fresco. Nella storia recente, invece, la partnership tra Ferragni e il Cap Vermell Grand Hotel aveva dei fini commerciali. Un passo avanti, si potrebbe pensare. Ma se non fossero stati limitati i commenti cosa avremmo trovato?
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