Sono trascorsi più di quarantuno anni dalla scomparsa di Mirella Gregori, da quel 7 maggio del 1983. Una citofonata, da parte di un presunto amico di nome Alessandro, poi più niente. Ma chi era il ragazzo con cui doveva incontrarsi quel pomeriggio? Troppe versioni diverse, ma nessuna verità. Si è parlato del monumento del bersagliere, di Villa Torlonia e di un’uscita con le amiche per fare un regalo alla mamma. Ma dov’è andata davvero Mirella dopo essere uscita dal bar della famiglia di Sonia De Vito, la sua migliore amica? Oggi in Commissione d’inchiesta verrà ascoltato Giuseppe Calì, l’ultima persona ad averla vista e ad aver ascoltato la sua voce: un ciao e una pacca sulla spalla, prima di essere letteralmente inghiottita dalla terra.
Ieri sera, durante la trasmissione Chi l’ha visto è stato mostrato per la prima un identikit inedito, realizzato proprio ascoltando la testimonianza di Giuseppe Calì, che lavorava nel bar dei De Vito ed era un amico della famiglia Gregori. Il volto di un uomo misterioso, che una settimana prima della scomparsa si fece indicare le due ragazze. E ci chiediamo, è lui la persona che Mirella doveva incontrare quel giorno? L’uomo degli aperitivi? Senza dimenticare la figura di Raoul Bonarelli, che al tempo lavorava per la sicurezza di Wojtyla, che fu riconosciuto dalla mamma di Mirella e che raccontò di averlo visto parlare con la figlia e la sua amica. Dopo la famosa citofonata Mirella scende al bar dalla sua amica per la seconda volta nella stessa giornata, e si ferma a parlare con lei. Molto probabilmente dell’incontro che avrebbe dovuto fare da lì a breve. D’altronde ricordiamo tutti l’intercettazione in cui si sente parlare proprio la De Vito: “Lui ci conosceva, contrariamente a noi che non lo conoscevamo... quindi poteva fare quello che voleva. Come ha preso Mirella poteva prendere me”. In questo momento, come non mai, potremmo davvero arrivare alla verità…