Quarantuno anni dalla scomparsa di Mirella Gregori, la ragazza inghiottita dalla terra, in un sabato pomeriggio di primavera del 1983, che sembrava essere uno come tanti, ma che cambio la vita della famiglia Gregori per sempre. Mirella, purtroppo, non è mai stata cercata per davvero. L’accostamento al caso di Emanuela Orlandi ne ha penalizzato le ricerche, e dopo quarantuno anni siamo ancora qui, con le stesse domande e senza risposte. Ma con in mano qualcosa che davvero potrebbe finalmente fare la differenza: la Commissione parlamentare d’inchiesta. Giorni fa è stata ascoltata Sonia De Vito, la migliore amica di Mirella, nonché una delle ultime persone ad averla vista viva. Sonia negli anni è sempre stata sfuggente e restia a parlare dei fatti di quel giorno, tanto che la sua richiesta di secretarne l’audizione non ha sorpreso nessuno. Che abbia fornito dei nuovi elementi di prova? E ancora, adesso potremmo aspettarci anche la convocazione di Raoul Bonarelli? Essendo lui un cittadino vaticano non è detto che questo avvenga. E ci domandiamo se anche se sia sotto segreto pontificio, e se abbia bisogno dell’autorizzazione del Papa per poter raccontare ciò di cui potrebbe essere a conoscenza. Restiamo in tema Vaticano e di quel collegamento con Emanuela mai provato e mai negato del tutto. Siamo nel 1985, quindi due anni dopo la scomparsa di Mirella, quando sua madre durante una visita di Wojtyla nella parrocchia vicino casa riconosce, tra gli uomini in servizio per la sicurezza del Papa, una persona che al tempo era solita frequentare il bar di famiglia, e che aveva visto più volte parlare sia con Mirella che con la sua amica del cuore Sonia De Vito. Chi era questa persona? Raoul Bonarelli. Ed è qui, particolarmente significativo per le indagini sulla scomparsa di Mirella, raccontare come venne gestito questo episodio: il confronto tra lui e la mamma di Mirella non fu disposto nell’immediato. Motivo? Secondo il magistrato incaricato questo fatto era privo di interesse. Questa la versione ufficiale.
Eppure gli anni passano, ma Mirella continua a non essere cercata. Nel 1993, quindi otto anni dopo, quando il nuovo magistrato incaricato dell’indagine dispone finalmente il confronto. Mamma Vittoria, distrutta dal dolore per la perdita della figlia, dopo il confronto dichiarerà di essersi sbagliata, che non era Bonarelli l’uomo che aveva visto anche se, fino a pochi istanti prima, sosteneva esattamente il contrario. Come ci ha raccontato anche Maria Antonietta, la sorella di Mirella: “Quel giorno il viso di mia mamma era carico, perché aveva la speranza che qualcosa potesse cambiare. Ho sempre avuto la sensazione, non so cosa successe in quella stanza, che ebbe paura per me, che fu minacciata. Queste sono tutte ipotesi. Forse stavano tutelando una persona vicina al Papa”. Ricordiamo che Bonarelli a quel tempo aveva il telefono sotto controllo. Esiste infatti un’intercettazione telefonica registrata proprio la mattina prima del confronto con la mamma di Mirella, in cui gli viene espressamente “detto” di non menzionare di Emanuela Orlandi. In un’altra intercettazione Bonarelli dice: “Non sono stato chiamato per Emanuela, era per l’altra poveraccia. Credo che la responsabilità sia di qualche praticone che bazzica la chiesa”. Nemmeno a dirlo, fino a questo momento, non si è mai indagato. Ricerche del tutto superficiali, sia prima che dopo l’unione al caso della scomparsa di Emanuela Orlandi. E, come ha più volte ricordato Maria Antonietta, questa Commissione è davvero l’ultima spiaggia per la famiglia Gregori…