Ma cos’è successo davvero ad Alex Marangon? Prima l’ipotesi dell’allontanamento volontario, poi la terribile scoperta. La verità è che sulla morte di Alex gravita l’ombra del rito sciamanico, con annessa assunzione di un cocktail psichedelico composto da diverse piante allucinogene di origine amazzonica. Alex, barista di soli 25 anni, è stato trovato privo di vita due giorni dopo la sua scomparsa su un isolotto del fiume Piave a Ciano del Montello. Un bagno fatale? Un gesto estremo? Queste le prime ipotesi, ma a mano a mano che le indagini vanno avanti si è fatta sempre più strada l’ipotesi che sia stato ucciso . Decisivo, in questo, l’esame autoptico: sulla testa di Alex sono state trovate numerose ferite, probabilmente provocate da un oggetto contundente. Gli investigatori escludono l’eventualià che se le sia auto inferte.
Alex, dopo il rituale sciamanico presso l’Abbazia benedettina di Santa Bona a Vidor, che si trova in provincia di Treviso, avrebbe lasciato la riunione in piena notte correndo verso il bosco con indosso solamente un pantaloncino. Ad assistere alla scena, e ad averla poi raccontata, gli altri ragazzi che si trovavano in abbazia per il rito insieme ad Alex. L‘autopsia dovrà stabilire anche la presenza o meno dell’acqua nei polmoni, per escludere o meno l'annegamento come concausa della morte. Verrà stabilito poi se e in quale misura abbia davvero assunto determinate sostanze tossiche, per comprendere il livello di alterazione mentale in cui Alex si trovava negli ultimi istanti della sua vita.