L’eredità di Gianni Agnelli e della moglie Marella Caracciolo continuano a far discutere, ma soprattutto continua a far litigare, adesso pure dai banchi dei tribunali, mamma (Margherita Agnelli) contro figli (John, Lapo e Ginevra Elkann). Si tratta di una guerra familiare che dura ormai da vent’anni, cioè dalla morte dell’Avvocato, e che negli ultimi mesi sembra essere letteralmente esplosa tra accuse, società offshore e nascoste in paradisi fiscali e addirittura dei quadri rubati, e (forse) ritrovati in un caveau a Mirafiori. Ma perché quelle opere si trovavano nascoste nello storico stabilimento torinese ex Fiat e adesso di proprietà di Stellantis, società di cui John Elkann è presidente? Comunque sia, il centro della questione adesso è un altro. Infatti, come riporta MilanoFinanza.it, “la Cassazione ha confermato la validità del sequestro eseguito dalla Procura di Torino nell’ambito dell’inchiesta che ruota intorno all’eredità di Gianni Agnelli”. Insomma, detta in parole povere, la Corte Suprema sembra aver dato, seppure indirettamente, ragione a Margherita, confermando “il provvedimento con cui il tribunale del riesame del capoluogo piemontese aveva dichiarato la legittimità solo parziale di un sequestro operato nei giorni precedenti”; e tutto ciò era partito proprio da un esposto della signora Agnelli in de Pahlen. Ma cosa succede adesso?
Margherita uno, Elkann zero, palla al centro. O meglio ancora, tenendo conto anche del vecchio contrasto sulle quote della società Dicembre che sembrerebbero essere blindate (anche se su questo tema il legale della figlia dell’Avvocato predica calma), la situazione si troverebbe in una perfetta situazione di parità. Comunque sia, per rendere ancora più chiara e precisa la situazione attuale, “i giudici della corte di Cassazione – riporta adesso LaPresse – hanno rigettato i ricorsi presentati dagli avvocati di John, Lapo e Ginevra Elkann […] e del commercialista Gianluca Ferrero (presidente della Juventus, ndr) contro i sequestri conservativi disposti dalla procura di Torino il 6 maro scorso nell’ambito dell’indagine sull’eredità dell’Avvocato. La Guardia di Finanza, in tale data – continua l’agenzia stampa –, aveva sequestrato documenti, carteggi e dispositivi elettronici nei confronti dei quattro indagati”. Riguardo a questo sequestro, “l’ipotesi di reato è quella della presunta dichiarazione fraudolenta al fisco relativamente alle dichiarazioni dei redditi del 2018 e 2019 presentate da Marella Caracciolo […] Il riesame aveva già confermato il sequestro subito dopo la notifica del dispositivo, ritenendone però legittima solo una parte”.