Uno dei pochi casi in cui il gossip da semplice (e spesso non necessario) racconto in tinte rosa si trasforma in annosa questione pubblica, soprattutto a causa dell’impero Fiat (ops… Stellantis) e non solo. Insomma, le liti che si stanno consumando nel ventre della famiglia Agnelli si trasformano più che mai in un tema di rilevanza nazionale, soprattutto perché a queste dipende anche il futuro della holding Dicembre. Insomma, la faida tra Margherita Agnelli e i suoi tre figli John, Lapo e Ginevra Elkann scatenata dalla dubbia eredità di Marella Caracciolo, moglie di Gianni Agnelli, diventa ancora una volta il centro del discorso. E lo diventa ancora di più dopo l’ultima intervista di Jaky, il più grande dei tre fratelli, al quotidiano L’Avvenire, in cui ha svelato dettagli esclusivi della sua infanzia: “Insieme ai miei fratelli Lapo e Ginevra fin da piccoli abbiamo subito violenze fisiche e psicologiche da parte di nostra madre”, ha dichiarato il presidente del colosso automobilistico italo-francese. Adesso, però, a fare chiarezza è, ancora una volta, la giornalista Jennifer Clark, che alla royal family dell’industria torinese ha dedicato il libro L’ultima dinastia. In un’intervista a La Stampa, infatti, Clark ha rivelato che “la situazione di oggi è la conseguenza dei problemi di Margherita ed Edoardo con i genitori”, ma non solo…
A Paolo Griseri, che ha firmato l’articolo pubblicato sul giornale torinese, Jennifer Clark è partita dalle prime crepe nel rapporto madre-figli. “Lo squilibrio - ha detto - diviene palese quando Margherita divorzia da Alain Elkann e si risposa con Serge de Pahlen […] Margerita - continua - si converte alla religione ortodossa […] e vorrebbe che diventassero ortodossi anche John, Lapo e Ginevra. Li costringe - parole della giornalista, che ha passato molto tempo con Elkann per la scrittura del libro - a dire le preghiere e a partecipare ai campi estivi dei nostalgici zaristi in Francia che ogni mattina li fanno assistere all’alza bandiera con lo stendardo imperiale dell’aquila a due teste […] a questo punto intervengono i nonni”. E quindi l’avvocato Gianni Agnelli e Donna Marella, “chiamando - si legge su La Stampa - sempre più spesso i tre nipoti a trascorrere lunghi periodi con loro. Per sottrarli - sottolinea Clark - a quel mondo estraneo”. Un rapporto, quello tra nonni e nipoti, che diventa sempre più stretto, al punto tale che “un giorno l’Avvocato accarezzò l’idea di adottare John” rivela la giornalista. Ma sulla lita tra Margherita e i tre Elkann?
Jennifer Clark lentamente, nella sua intervista rilasciata a La Stampa, si avvicina al presente, partendo da quel famoso documento post morte di Gianni Agnelli in cui Margherita ha accettato di rinunciare alle sue quote della holding di famiglia in cambio di denaro. “Lei - dice Clark - ha sempre sostenuto di averlo fatto nel tentativo di riportare la pace in famiglia. È anche vero - continua - che conosceva l’atto notarile con cui l’Avvocato, fin dal 1999, consegnava a John la gestione della Dicembre e quindi deve avere pensato che - commenta la giornalista -, persa la partita per il potere, tanto valeva giocarsi quella del denaro. Del resto, quell’atto del ’99 era stato firmato da tutti i familiari, anche da lei” rivela Clark. In realtà, continua l’analisi della scrittrice de L’ultima dinastia, “la scelta di non partecipare alla Dicembre ha finito per isolare ancora di più Margherita”; questa scelta, secondo quanto scritto su La Stampa, sarebbe stato frutto del recente (in quel momento) crack della Parmalat che, continua Clark, “aveva fatto molto rumore. Come se lei (Margherita, ndr) avesse scelto di scendere dalla nave nel momento della massima difficoltà dell’azienda. Già nel 2004, al matrimonio di John e Lavinia - parole della giornalista -, la presenza di Margherita era stata incerta fino all’ultimo”. Ma alla fine, quando si concluderà, se mai accadrà, la guerra legale tra madre e figli, cosa accadrà alla Dicembre? “Dal punto di vista della governance della Dicembre - commenta la scrittrice - […] non credo che ci potranno essere conseguenze. L’atto notarile del 1999 non lascia scampo. Diverso - termina - è il discorso se passiamo dalla governance alle quote […] ma - conclude - non credo proprio che questo impedirebbe a John di governare come fa oggi”.