Quali e quante sono le dinastie italiane rimaste in vita? Forse, per avere un numero certo, o che si avvicini comunque a una quasi certezza, bisognerebbe chiedere al giornalista e scrittore Michele Masneri che all’argomento ha dedicato un libro (Dinastie - Rizzoli). Si parla delle famiglie che hanno dominato nella moda, nell’industria e anche nell’automotive; ma ce n’è una soltanto che è riuscita a influenzare tutti questi settori. Sì, si tratta proprio degli Agnelli, una sorta di royal family piemontese che si è ritagliata un ruolo fondamentale nella storia dell’Italia. E adesso questo cognome diventa protagonista nell’ultimo libro di Jennifer Clark (L’ultima dinastia - Solferino), giornalista che ha voluto indagare su tutta la storia della famiglia che ha creato la Fiat, e non solo. Dal fondatore, il senatore Giovanni Agnelli, descritto come una sorta di “Elon Musk dei tempi”, o meglio ancora “uno dei primi imprenditori in Europa a capire che il mondo andava verso la motorizzazione”, come detto dalla stessa Clarks nell’intervista rilasciata ad Andrea Cabrini sulla Cnbc. E poi il suo erede, l’avvocato Gianni Agnelli, questa volta raccontato in modo diverso, “un uomo che aveva tutto ma era senza eredi” e ancora, continua la giornalista, “un uomo che ha visto suo figlio combattere contro la droga, un uomo un po’ costretto dal suo ruolo”. E poi anche i drammi della famiglia, il suicidio di Edoardo e la malattia di Giovannino, erede manageriale della Fiat; anche se, sottolinea la Clark, “l’erede delle quote del controllo dell’azienda è stato John”…
A guidare la dinastia oggi, dopo vari drammi e dissidi interni alla famiglia, è proprio John Elkann, una tra le figure più complesse, chiacchierate e discusse dell’attualità; causa soprattutto gli scontri tra Stellantis, gruppo di cui è presidente, e il Governo italiano. Nel suo libro Jennifer Clark, che ha affermato di aver incontrato diverse volte Jaky, si sofferma molto sul suo profilo descrivendo la guerra legale con la madre Margherita Agnelli, il suo modo di condurre la dinastia e la nascita del suo potere. E a proposito di quest’ultimo punto, nell’intervista la giornalista ha dichiarato che “Gianni Agnelli ha lasciato delle disposizioni molto chiare […] dando il potere di firma a John Elkann con un atto notarile firmato anche da Margherita Agnelli, quindi il controllo della Dicembre che è al capo della catena Stellantis - assicura -, è blindato, e in più l’Avvocato ha fatto delle disposizioni per cui le quote azionarie hanno saltato Margerita e sono andate a John, dando a lui la maggioranza”. E riguardo ai dubbi su un presunto cambio di asset nella holding di famiglia, la Clark conferma che il controllo della Dicembre non è assolutamente in gioco, anche perché “John ha i poteri gestionali di firma e decisionali. Stop”, anche se, continua, “in futuro, dipendendo dall’esito delle cause, alcune quote potrebbero poi tornare a Margherita, ma lei - sottolinea la giornalista -, non avrà mai poteri decisionali dentro la holding. Quindi è improprio dire che il controllo della Stellantis è in gioco”. Ma la figura di John viene analizzata anche nel privato, “un uomo ormai padre di tre figli - lo descrive la Clark -, ha avuto questo successo della fusione di Stellantis […] lui si sente che ha traghettato la Fiat verso lidi più sicuri e internazionali […] adesso si prepara a festeggiare i 125 anni della Fiat con una famiglia che è unita, unita. C’è un controllo chiaro, e una prospettiva chiara per l’azienda”. Ma quanto italiana è oggi la Fiat? “I numeri parlano chiaro - ammette la Clark -, la produzione di auto in Italia è crollata. L’Italia ha il problema, e il Governo ha ben presente di avere un unico produttore di auto con una sede all’estero […] quindi è auspicabile che si trovi una soluzione per aumentare la produzione […] con Stellantis e altri produttori”. Si descrive, infine, un John Elkann di caratura internazionale dall’automotive all’editoria, con “un approccio finanziario - secondo la giornalista -, vuole far rendere il portafoglio […] ha incrementato il valore in una maniera impressionante”, e poi sul confronto con il nonno secondo la Clark “Gianni Agnelli aveva un legame sentimentale con il nonno e con Torino, e con l’Italia. John cresce all’estero […] per lui se si rende bene, fa sfruttare il portafoglio, fa bene alla famiglia, al Paese e a Stellantis”. Il futuro della dinastia? “Italianissimo” commenta la giornalista.