Un’eredità (degli Agnelli) e mille dubbi, ma soprattutto un’odissea legale che stenta a concludersi e a lasciare le aule dei tribunali. Lo scontro è quello tra Margherita Agnelli, figlia di Gianni e Marella Agnelli, e i suoi tre figli John, Lapo e Ginevra Elkann. Nel mezzo una presunta evasione fiscale, una possibile truffa ai danni dello Stato (con i nomi dei tre fratelli scritti sul registro degli indagati) e uno scenario che potrebbe causare un terremoto nelle varie società di famiglia. Tra queste, la più importante è sicuramente la holding che risponde al nome di Dicembre, che controlla a cascata tutti gli altri business. Ed è proprio intorno a questa “cassaforte” che si è giocato il primo round di fronte al giudice Enrico Astuni, che, riporta Ettore Boffano su Il Fatto Quotidiano, “ha respinto il ricorso della secondogenita dell’Avvocato contro i suoi tre figli […] mantenendo in vigore l’iscrizione alla Camera di Commercio delle quote della società semplice”. La proprietà, quindi, rimane per il 60% nelle mani di Jaky, mentre il restante 40% diviso in parti uguali al fratello di mezzo e alla sorella minore. “Nei prossimi giorni - continua il giornalista -, si capirà, se il legale di Margherita, l’avvocato Dario Trevisan, presenterà un appello al Tribunale civile. Ma sarà soprattutto sul piano penale - sottolinea Boffano - che andrà valutata la portata della pronuncia del giudice e delle sue motivazioni”. La questione principale è improntato “sull’eredità […] e sui presunti ‘artifizi e raggiri’ che avrebbero messo in atto” i tre eredi, ed è proprio su questo piano che la vittoria in tribunale agli Elkann ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Sì, perché ci sono alcuni documenti che non hanno affatto convinto il giudice…
Il tema sta nel “ricostruire - come si legge sul Fatto - l’intero asse ereditario della vedova dell’Avvocato, sul quale calcolare poi la tassa di successione evasa”. Ettore Boffano a questo punto riporta i “possibili patrimoni nascosti in società off-shore dei Caraibi e in trust del Liechtenstein […], quadri della ‘Collezione Agnelli’ e anche la validità (o meno) delle quote della società ‘Dicembre’ il cui valore, per le partecipazioni in Exor, è stimato tra i 5 i 6 miliardi di euro”. Viene riportata anche la cronologia dei passaggi delle quote dalla nonna ai tre nipoti, che ha definitivamente modificato l’assetto societario; modifica avvenuta nel 2004 ma comunicata alla Camera di Commercio solamente nel 2021, e sono proprio gli atti di successione che non hanno convinto il giudice Astuni, secondo cui questi sembrano “rivestire carattere di atti simulati, non essendo a oggi state acquisite prove del pagamento”, come riportato sul quotidiano diretto da Marco Travaglio. In breve, citando la ricostruzione di Boffano, “i legali Elkann hanno prodotto due diverse copie della ‘nuda proprietà, ma non gli originali: per ora - sottolinea il giornalista - mai rintracciati […] - e - nelle motivazioni, il giudice Astuni scrive parole che non aggiungono nessuna certezza all’autenticità di quelle carte, anzi”. Tutto, adesso, passa in mano ai pm e al legale di Margherita.