La questione legata all’eredità Agnelli, sia quella dell’Avvocato che della moglie Marella Caracciolo, sembra avere delle decise conseguenze sia sul piano familiare, visto la faida tra Margherita Agnelli e i suoi tre figli John, Lapo e Ginevra Elkann, sia su quello legale, ricordiamo che i tre fratelli sono attualmente indagati per truffa ai danni dello Stato. Bisogna ricordare anche che sul registro degli indagati compaiono anche altri nomi, come quello di Gianluca Ferrero, storico contabile di famiglia e presidente della Juventus. Comunque sia, tutto, o comunque buona parte di questa storia, dipende dalla dubbiosa residenza di Donna Marella negli ultimi anni della sua vita. Torino o Svizzera? Il conteggio dei giorni passati in queste località potrebbe quindi rendere effettivo il sospetto sull’evasione fiscale che grava sugli eredi, una possibilità che aprirebbe scenari esclusivi per i vari business di famiglia; a cui è legato anche il Gruppo Stellantis. Ed è proprio sul punto dell’evasione fiscale, sempre presunta, che il Fatto Quotidiano rivela un vecchio patteggiamento che potrebbe servire quasi da “scuola”, ma non senza ripercussioni negative. Il giornalista Ettore Boffano, dunque, dopo aver riportato i vari tentativi di ricorsi (sempre respinti) dei tre fratelli, si chiede “che accadrà ora, dopo che i pm e la Guardia di Finanza di Torino hanno cominciato a lavorare sui documenti digitali sequestrati, che potrebbero svelare nuovi ‘tesori esteri’ degli Agnelli sottratti al Fisco italiano?”…
Quindi si torna indietro al 2022, vale a dire quando “Exor (la holding di famiglia) e la sua controllante Giovanni Agnelli Bv annunciarono di aver raggiunto un’intesa con l’Agenzia delle Entrate sul pagamento di 949 milioni di euro per chiudere un contenzioso sulla Exit-tax versata nel 2016 al momento del trasferimento della loro sede legale in Olanda”. Le due società si sono sempre dichiarate, sottolinea il Fatto, “‘del tutto convinte di aver agito correttamente’, rivendicando ‘di non aver violato alcuna norma’ e sottolineando come il Fisco italiano non avesse comminato alcuna ‘sanzione’ supplementare”. In realtà, rivela sempre Boffano, tutto si sarebbe svolto in altre circostanze: “La contestazione dell’Agenzia delle Entrate - si legge sul quotidiano diretto da Marco Travaglio - aveva accertato un’evasione record di 5 miliardi e 867 milioni di euro e la segnalazione alla Procura torinese aveva fatto scattate un’inchiesta (mai trapelata per anni) per ‘dichiarazione infedele’”. Così, continua la ricostruzione del giornalista, “dopo che un dirigente del gruppo Exor era stato iscritto nel registro degli indagati […] l’avvocato ed ex ministro della Giustizia Paola Severino si era presentata in Procura come difensore delle due società. Da quei contatti - continua Boffano - era scaturita una trattativa con l’Agenzia delle Entrate che era interessata a recuperare il più in fretta possibile una parte della tassa evasa”. Il risultato? “L’inchiesta penale si era poi chiusa con l’archiviazione”. Quindi, anche l’inchiesta odierna, quella dell’eredità per l’appunto, potrebbe seguire un percorso simile optando così per il patteggiamento; anche se, sottolinea il Fatto Quotidiano, una scelta del genere “sul piano mediatico, potrebbe avere invece gli effetti negativi di un’ammissione implicita”.