Quella dell’eredità Agnelli pare essere una storia destinata a non avere fine, anche perché dalle perquisizioni avvenute lo scorso mese negli studi e nelle case private di John Elkann (e di Gianluca Ferrero) ogni giorno sembrano spuntare novità sempre più misteriose, e interessanti soprattutto per i pm, in cui adesso si insinua un dubbio: ma John Elkann può aver davvero “istigato l’evasione” della nonna Marella Caracciolo? Ne parla il giornalista de La Verità Gianluca Paolucci, il quale riporta la motivazione con cui al tribunale del Riesame si è deciso per la conferma del sequestro di buona parte dei documenti, soprattutto quelli relativi alla residenza della Caracciolo negli ultimi anni della sua vita. E infatti, sembra che tutta la partita, quella tra Margherita Agnelli e i suoi tre figli Elkann, si giochi su questo punto: ma donna Marella risiedeva a Torino o in Svizzera? Paolucci rivela dunque che “con il sequestro […] «si vuole vagliare l’ipotesi che Marella Caracciolo sia stata istigata in vita dai coindagati (John Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs von Gruenigen, ndr) a esterovestire la propria dimora abituale, simulando di trascorrere più tempo in Svizzera che in Italia»”. Dunque, riporta ancora Paolucci, “«si è di conseguenza ipotizzato che l’aspirante erede (John) Elkann fosse l’istigatore dei delitti in esame o comunque colui il cui prodest commetterli grazie al concorso tecnico del Ferrero»”. Sull’articolo de La Verità si sottolineano anche le ambiguità riguardo la questione della residenza della vedova Agnelli, “dalla partecipazione di Marella a una serie di eventi culturali scrive Paolucci -. Fino al fatto che a Lauenen, dove Marella aveva fissato la sua residenza, «non era conosciuta da negozianti e vicini di casa, essendo peraltro l’immobile non adatto strutturalmente e logisticamente per lunghe permanenze soprattutto di soggetti anziani in periodo non estivo»”. Ma i dubbi dei pm si concentrano anche sulla cassaforte della famiglia Agnelli-Elkann, ovvero la società semplice Dicembre e sui suoi ambigui trascorsi.
In un articolo apparso su Il Fatto Quotidiano, questo a firma di Ettore Boffano e Marco Grasso, viene fatto il punto della situazione sulla Dicembre: “Atti tenuti celati per 17 anni, con firme sospette, mancanza di documenti originali, pagamenti senza ricevuta bancaria, dichiarazioni alla Camera di Commercio tardive o parziali, un valore delle sue quote stimato per almeno 4,5 miliardi di euro che garantiscono il controllo di un patrimonio finanziario e industriale di oltre 30: il ‘tesoro Agnelli’”. I due giornalisti parlano quindi di “opacità”, queste “nel mirino di tre diversi procedimenti tutti in corso a Torino”. Il riferimento è alla causa civile che contrappone Margherita ai suoi figli per l’eredità della Caracciolo, il ricorso al tribunale delle imprese e, infine, l’inchiesta penale della Procura riguardo, per l’appunto, la residenza di donna Marella. Inoltre, rivelano sempre Boffano e Grasso, “le indagini potrebbero avere effetti dirompenti sulle sorti della società”, magari il ritorno di Margherita all’interno dell’asset. Infatti, si legge sul Fatto, “Margherita Agnelli potrebbe recuperare più della metà dell’azionariato”. Ma di punti ambigui sulla storia della Dicembre sono molti, per esempio, quando la Caracciolo ha lasciato le sue quote al nipote John, ha mantenuto la nuda proprietà o l’usufrutto? Perché, riporta ancora Paolucci su La Verità, “sulla base degli atti a disposizione, Marella risulta titolare sia dell’uno che dell’altro”, e i pm vogliono fare luce sulla questione, visto che, come abbiamo riportato precedentemente su MOW, sulle due opzioni pende un diverso obbligo dichiarativo delle imposte. L’ultimo aggiornamento sul caso Agnelli-Elkann, però, riguarda un misterioso bonifico di 3 milioni di franchi svizzeri ritrovato presso la Fondazione Agnelli. Ne scrivono ancora Boffano e Grasso, rivelando che questi soldi sono stati “accreditati in Italia e con un bonifico bancario, ‘a favore di Eredi fu Marella Caracciolo e amministrazione patrimoni Giovanni Agnelli&C’”. Il grande dubbio riguarda la provenienza di questi soldi, che porta a varie piste, tra cui il patrimonio svizzero della stessa Caracciolo. Una somma, si chiedono i due giornalisti, che rischia di ricadere “oltre che nel regime delle norme testamentarie italiane, anche nei possibili reati fiscali e nel pagamento della tassa di successione?”.