Sono passati solamente pochi giorni dall’inaugurazione a Maranello di e-Building, il nuovo stabilimento della Ferrari dove prenderà vita la futura supercar elettrica dell’azienda italiana. Il momento del fatidico taglio del nastro si è trasformato in una vera e propria festa, a cui è era presente anche il presidente della Repubblica Giorgio Mattarella, invitato da John Elkann (presidente della casa automobilistica) e Benedetto Vigna (amministratore delegato). Ma non solo, infatti, sull’onda dell’entusiasmo per la nuova fabbrica, i due dirigenti ferraristi sono stati protagonisti di vari podcast, e infine il nipote dell’avvocato Gianni Agnelli ha rilasciato anche un’inaspettata intervista al Corriere della Sera. Talmente inaspettata che qualcuno ha cominciato a sospettare. Infatti, la giornalista de La Verità Camilla Conti ha cercato di fare chiarezza, evidenziando quelli che sono i punti che non tornano sulla questione. Insomma, si legge sul giornale diretto da Maurizio Belpietro, “una pagina intera […] dedicata all’intervista a John Elkann, presidente della Ferrari, e firmata da ben due inviati del quotidiano a Maranello”. Dall’infanzia ai primi ricordi legati al Cavallino, e poi ancora il periodo di Jean Todt e Michael Schumacher, la vela con Giovanni Soldini e alcuni rumors sulla Formula 1. “Già da titolo, sommario e foto – sottolinea Conti –, si capisce che non sarà una chiacchierata in stile Woodward e Bernstein (la coppia di giornalisti del Washington Post che nel 1972 svelarono lo scandalo Watergate, ndr)”. Tant’è, continua la giornalista, che “chi legge controlla se davvero (Elkann, ndr) abbia comprato il Corriere della Sera e non la Stampa”…
E il dubbio sorge perché a Elkann, presidente anche del Gruppo Stellantis, non viene fatta alcuna domanda “sul destino di Melfi o Mirafiori (dove negli ultimi mesi – evidenzia Camilla Conti – è cresciuto il numero di dipendenti in cassa integrazione perché diminuisce la produzione). Sulla lenta delocalizzazione. O su come Elkann immagina il futuro dell’industria automobilistica in Italia. Niente. O sugli incentivi pubblici per le auto elettriche concessi al gruppo”. Nulla di tutto ciò. Al contrario, invece, la coppia di inviati a Maranello ha redatto, si legge su La Verità, “solo una lunga intervista tra l’amarcord e il celebrativo della Ferrari e del nipote dell’Avvocato”. E nemmeno il derby torinese tra lo juventino Elkann e Urbano Cairo (editore del Corriere e presidente del Torino) ha potuto niente. Infatti, scrive Conti, “le tensioni calcistiche potrebbero essere state superate dalla necessità di riparare a un’altra pagina pubblicata dal quotidiano di via Solferino […] Ovvero la Dataroom a cura di Milena Gabanelli […] dedicata a tutti gli aiuti di Stato ricevuti dagli Agnelli-Elkann”. Insomma, quell’analisi così approfondita e cinica che ha voluto fare i conti in tasca alla royal family torinese, rivelando la mole di soldi pubblici chiesti (e ottenuti) dall’Italia, e soprattutto dagli italiani, potrebbe aver creato qualche malumore in quel di Torino, dove (forse) abita John. E “chissà – domanda la giornalista de La Verità – se quella mattina al giovane Elkann è andato di traverso il caffè leggendo il Corsera. E chissà se qualcuno, dalla scuderia della comunicazione del gruppo o magari lo stesso presidente, ha alzato il telefono per chiamare l’editore. E chissà se l’editore ha deciso di rimediare mandando due inviati a Maranello a fare l’intervista […]. Sicuramente – sottolinea Conti – non è andata così. E chi lo pensa è malizioso”.