Il primo turno delle elezioni francesi è terminato come da copione o quasi: trionfo del Rassemblement National, tonfo di Emmanuel Macron e seconda posizione per la coalizione di sinistra del Nuovo Fronte Popolare. La creatura dei Le Pen – oggi di Marine e prima ancora, ai tempi del Front National, del padre Jean-Marie – è più volte arrivata al secondo step, ovvero al ballottaggio finale. Fino a qualche anno fa, tuttavia, la cavalcata dell'estrema destra si scontrava sempre contro il muro innalzato dal voto compatto degli elettori di centro-sinistra. Attenzione però, perché questo meccanismo, oggi, potrebbe non essere più sufficiente per frenare la corsa del tandem Marine Le Pen/Jordan Bardella. Non solo: nonostante siano stati fatti numerosi accostamenti tra Le Pen e Giorgia Meloni, tra le due "principesse della destra europea" stanno emergendo molte più divergenze che non punti di contatto. Come se non bastasse, una probabile vittoria di Marine in Francia potrebbe offuscare la stella di Meloni. Fin qui esaltata da Bruxelles e dai principali giornali continentali (The Economist compreso).
La vittoria di Le Pen in Francia? Perché questa volta non è impossibile
Per quanto riguarda la situazione francese, anche se il RN sembra sulla buona strada per ottenere il più alto numero di seggi nell’Assemblea nazionale, il partito di Le Pen potrebbe non raggiungere i 289 necessari per ottenere la maggioranza assoluta. Se così fosse, la Francia rischia di dirigersi verso un parlamento sospeso contrassegnato da anni di incertezza politica. Le proiezioni mostrano che, dopo il secondo turno di votazioni di domenica prossima, il RN rischia di portare a casa tra 230 e 280 seggi nella camera bassa da 577 seggi. Si tratterebbe, in ogni caso, di un aumento sbalorditivo rispetto agli 88 controllati nel parlamento uscente. L'NFP dovrebbe invece assicurarsi tra 125 e 165 seggi, mentre Ensemble è dato in coda tra 70 e 100 seggi. Insomma: le elezioni indette da Macron dopo la sconfitta del suo partito contro il RN alle elezioni del Parlamento europeo di inizio mese, potrebbero costringere l'attuale capo dell'Eliseo a trascorrere i restanti tre anni del suo mandato presidenziale in una scomoda collaborazione con un primo ministro di un partito di opposizione. Il secondo turno rappresenterà quindi una cartina al tornasole per capire se l'elettorato francese vorrà dare una chance all'ex estrema destra ora riciclatasi in una sorta di “partito pigliatutto" (né destra, né sinistra), oppure se lo “spauracchio fascista” (unito a nefaste previsioni economiche) lo convincerà a bloccare i sogni di gloria di Le Pen. Che, dal canto suo, continua a calamitare voti dall'entroterra francese, rosicchiando spazio d'azione in passato occupato dai partiti di sinistra. L'operazione attuata da Marine, ossia la famigerata dédiabolisation del Front National - oggi diventato RN – potrebbe ripagare un partito ormai non più percepito come una minaccia all'ordine costituzionale.
Meloni prenda appunti
Meloni osserva con attenzione il voto francese per almeno due ragioni. La prima: se Le Pen dovesse trionfare, la premier italiana verrebbe scavalcata a destra da una leader camaleontica, Marine, che ha imparato ad attirare le simpatie di elettori provenienti da ogni ceto e appartenenza politica. Risultato: Meloni non sarebbe più la regina della destra europea (ammesso che lo fosse mai stata) e dovrebbe fare i conti con l'aura di una nuova amica/rivale. Già, perché Le Pen e Meloni si trovano d'accordo su numerosi punti – dall'immigrazione alla volontà di riformare le istituzioni europee - e i loro partiti potrebbero effettivamente collaborare tra le file del Parlamento europeo. Allo stesso tempo, però, il governo Meloni coincide con un esecutivo di destra, liberale, conservatore e atlantista. Al contrario, il RN è molto più attento alle questioni sociali, non flirta con il liberalismo economico e ritiene, di fatto, superata la dicotomia tra destra e sinistra. L'ex Front National, che un tempo imitava il Movimento Sociale Italiano della fiamma, è quindi oggi diventato un esempio per Fratelli d'Italia. Il motivo è semplice: come anticipato, il RN è ormai una sorta di “partito pigliatutto”. Il fascismo, nell'entroterra francese, è una storia superata.