I nemici di Giorgia Meloni non sono riusciti a mettere nei guai Fratelli d'Italia colpendo i pezzi grossi del partito come Daniela Santanché e Andrea Delmastro. Ci sono però riusciti al secondo tentativo adottando una nuova strategia. Hanno cambiato prospettiva, smettendo di prendere di mira il vertice della piramide politica di FdI, e concentrandosi sulla base. Una base friabile e franabile, composta da giovani militanti aspri e, forse, troppo ingenui. Gli stessi che, tra affermazioni censurabili e gesti biasimevoli riprese da telecamere nascoste, potrebbero rappresentare il tallone d'Achille della premier. I fedelissimi di Giorgia hanno annunciato provvedimenti contro i responsabili di aver pronunciato frasi contrarie ai valori di riferimento del movimento politico. E intanto sono “volate” le prime due teste...
Per la prima volta Fratelli d'Italia, il partito che guida la maggioranza di governo, è stato scosso da un'inchiesta giornalistica. I nemici di Giorgia Meloni - siano essi giornali, giornalisti o politici del fronte opposto – hanno cambiato strategia riuscendo ad innescare un effetto domino senza precedenti. Certo, la premier è ancora saldamente al suo posto e non è coinvolta nella vicenda. Il suo universo politico ha però subito un rilevante danno d'immagine. “Colpa” delle due minuziose indagini effettuate sul campo dal sito Fanpage, che ha utilizzando il “metodo undercover” per mostrare – all'insaputa dei diretti interessati - cosa dice, come ragiona e cosa pensa una parte dei ragazzi che animano Gioventù Nazionale, l'ala giovanile del partito meloniano. Ne sono usciti insulti antisemiti, razzisti e, talvolta, persino frasi inneggianti il nazismo. Bingo: la lama dei rivali di Meloni si è infilata come un coltello nel burro nell'inaspettato tallone d'Achille del partito più votato d'Italia. Da giorni non si fa altro che parlare del pericolo fascismo, delle braccia tese dei baby militanti di FdI, di militanti secondari e terziari che negli anni hanno collaborato – o collaborano ancora – con alcuni tra i massimi dirigenti di FdI. L'aspetto però più interessante dell'intera storia è che i vertici del partito, questa volta, sono stati costretti a scendere in campo. Non solo rimandando ai mittenti (leggi: mondo social e avversari politici) le gravi accuse di antisemitismo e razzismo che hanno avvolto FdI. Ma anche annunciando punizioni per i responsabili delle nefandezze riprese dalle telecamere nascoste.
Fratelli d'Italia nell'occhio del ciclone
Dicevamo che per la prima volta un'inchiesta giornalistica ha scosso il partito di Meloni. In che modo? Facendo saltare alcune (piccole) teste: quelle di personaggi che ricoprivano ruoli secondari all'interno di FdI. Due sono i nomi che hanno pagato lo scotto delle inchieste di Fanpage: Flaminia Pace, segretaria di Gioventù Nazionale Pinciano, costretta a lasciare il Consiglio nazionale giovani - all'interno del quale faceva parte, in quota FdI, della commissione Affari europei e cooperazione - ed Elisa Segnini, capo segretaria della deputata Ylenia Lucaselli. Pace è finita nell'occhio del ciclone per esser stata registrata mentre raccontava che "dal prossimo anno avremo un altro tipo di entrata che ci deriverà dal servizio civile, i soldi vengono dallo Stato, a ogni ragazzo per fare questo volontariato vengono dati 500 euro al mese. Che dobbiamo fare però per fare servizio civile? Nulla. Dei 500 euro si gradisce una buona offerta". Segnini per aver detto di non aver "mai smesso di essere razzista e fascista" e di andare a Budapest "a fare festa" e dire a Viktor Orban, premier ungherese "che Ilaria Salis deve marcire in galera con i topi e i ratti che le mangiano i piedi". Tralasciando il contenuto delle frasi, riportate dai media, vale la pena soffermarsi sulla reazione di FdI al lavoro giornalistico di Fanpage. Giovanni Donzelli, deputato e responsabile dell'organizzazione del partito di Meloni, ha infatti spiegato che FdI interverrà nei confronti dei responsabili di frasi e affermazioni contrarie ai valori di riferimento del movimento politico. Detto altrimenti: il colpo mollato dai nemici di Fratelli d'Italia questa volta ha avuto gli effetti desiderati.
La nuova strategia dei nemici di Meloni
Cosa è cambiato rispetto al passato? La strategia dei nemici di Meloni. Quando, nei mesi scorsi, varie inchieste colpivano in pieno i vertici della piramide del potere di FdI, il partito ha sempre fatto quadrato attorno ai suoi uomini. Con il risultato che, alla fine, ogni tentativo mosso per inguaiare la ministra del Turismo Daniela Santanchè e il sottosegretario Andrea Delmastro - giusto per citare i nomi più rilevanti - non ha mai generato veri e propri terremoti. Al contrario, non appena i “nemic di FdI” hanno spostato i loro mirini dalla punta alla base della piramide politica meloniana, l'effetto è stato dirompente: polemiche a non finire, le prime dimissioni nel partito, la replica stizzita dei leader del movimento. Considerando che colpire il bersaglio FdI da questa nuova prospettiva – non più il vertice ma la base – ha portato esiti del genere, è lecito supporre che in futuro chiunque vorrà continuare attaccare Meloni lo farà a partire dalle fondamenta del suo stesso partito. È qui che si nasconde, probabilmente, il vero tallone d'Achille di Fratelli d'Italia, nonché il punto debole di un'organizzazione che rischia di compromettersi l'immagine pubblica.