Dopo il trionfo alle elezioni europee con oltre 28% dei voti lo scorso 9 giugno, e il successo, soprattutto mediatico, al G7, tutti gli occhi del mondo sono ora puntati su Giorgia Meloni. Se a livello di politica interna diverse sono le polemiche che l’hanno riguardata, direttamente o indirettamente, nelle ultime settimane è cresciuta in maniera impressionante l’attenzione verso la Premier soprattutto nei quotidiani esteri, dalla Francia alla Spagna, dal Regno Unito al mondo arabo, fino alla Russia. Tutti parlano di Giorgia Meloni, e questo non necessariamente è un bene, ma è un dato di fatto e va preso in considerazione. Se in Italia i temi che hanno scaldato maggiormente gli animi riguardano per esempio le polemiche sulla cosiddetta “tele Meloni” e le accuse di “censura” in Rai, la controversa inchiesta di Fanpage fra le file della gioventù nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia, dove non è ancora arrivata una risposta diretta in merito agli inneggiamento al “Duce” e alle accuse di fascismo, fino alla delicata questione del bracciante morto per dissanguamento a Latina pochi giorni fa, sulla stampa estera si parla quasi esclusivamente dell’inarrestabile ascesa di Meloni come nuova “leader d’Europa”, sempre al fianco di Ursula von der Leyen, in grado di modificarne il destino nel futuro più prossimo.
Prendendo in esame la copertina di The Economist dello scorso fine maggio, dove Giorgia Meloni si trova al centro fra Marine Le Pen e Ursula von der Leyen e dove viene indicata come un alleato decisivo proprio per la rielezione di von der Leyen in Ue, sono piovuti a cascata migliaia e migliaia di articoli, reportage e commenti, indirizzati alla leader di Fratelli d’Italia. Dal britannico The Guardian con “All Eyes On Her” (“Tutti gli occhi puntati su di lei”), al francese Le Figaro con “La Nouvelle Femme Forte d’Europe” (“La nuova donna forte d’Europa”), dallo spagnolo El Pais con “Meloni vince in Italia e aspira a diventare la voce dell’estrema destra in Ue”, al The Times che l’ha definita persino come la nuova “Regina d’Europa”.
Certo, un’importante premessa che da fare, e che non è per niente scontata, è il fatto che pur avendo vinto le elezioni europee in Italia, Meloni non sia parte del partito di maggioranza in Ue, il Ppe (Partito Popolare Europeo) di cui invece fa parte Antonio Tajani. Eppure, la sua influenza è sempre maggiore, anche sulle questioni internazionali, da una parte perché altri Paesi europei non hanno leader altrettanto forti in questo momento – pensiamo alla schiacciante sconfitta di Macron in Francia, battuto alle europee dal Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella con il 31% dei voti, oppure alle elezioni anticipate del Regno Unito, convocate dal primo ministro Rishi Sunak – dall’altra anche in maniera strumentale, per sollevare polemiche, non tanto contro la Meloni in sé, quanto per questioni di politica interna dei vari Paesi europei e non. Non mancano infatti anche gli approfondimenti critici e “offensivi” a lei dedicati, fra un servizio speciale di Al Jazeera che esamina le polemiche su “Tele Meloni” e la “sempre minor libertà nella tv di Stato italiana”, al quotidiano russo Novaya Gazeta, diretto dal Premio Nobel per la pace Dmitrij Muratov, che ne ha scritto in termini molto duri come “L’italiana, madre, cristiana” e “la star dell’ultradestra italiana Giorgia Meloni, la più grande beneficiaria della svolta a destra dell’Ue, erede di Mussolini”, approfondimenti fatti, forse, anche per cercare di distogliere l’attenzione da altre questioni internazionali, con la guerra fra Israele e Palestina da una parte, di cui si occupa in prima linea proprio Al Jazeera, al conflitto fra Russia e Ucraina e il sempre maggior autoritarismo di Vladimir Putin in Russia, spesso denunciato proprio da Novaya Gazeta.
Un caso particolarmente emblematico, però, forse è proprio quello della Francia, i cui esiti delle europee hanno evidenziato una netta preferenza per l’estrema destra di Le Pen, dove un Emmanuel Macron “indebolito” e poco convincente, non trova consensi anche per le questioni di politica internazionale, fra cui anche le sue decisioni di intervenire maggiormente e direttamente in Ucraina. Ecco che allora un altro quotidiano di spicco francese, come Le Monde, ha deciso di mettere sullo stesso piano Giorgia Meloni e l’ungherese Viktor Orban, come esempio negativo, con un approfondimento che suona come un monito per le sorti dei francesi e della Francia “Ecco come diventerà la Francia, e la cultura francese se fate vincere le elezioni all’estrema destra” titolava infatti il quotidiano nella giornata di domenica 23 giugno.
Se il caso francese è dunque un esempio diretto di come parlare di Giorgia Meloni sia (anche) strumentale, è però anche vero che una donna così tanto protagonista della politica internazionale ed europea, non si vedeva da tempo. Prima di lei, tolta Ursula von der Leyen e forse Angela Merkel, nessun’altra era stata altrettanto monitorata e osservata in Europa, almeno negli ultimi decenni. Inoltre, i costanti riferimenti alla sua rigidità, al suo essere una “donna forte, di destra”, e una politica solida – anche con connotazioni molto negative – fanno venire in mente un’associazione con una ormai dimenticata, ma a suo modo “immortale” Margaret Thatcher. Certo, è pur vero che nell’Italia del 2024, non ci sono più proteste neanche lontanamente simili a quelle dei minatori inglesi degli anni Ottanta contro la terribile “Lady di Ferro”, ma è altrettanto vero che in tempi tanti oscuri dove si torna a parlare di caporalato e della morte di un bracciante per dissanguamento, dove la guerra sembra essere sempre più alle porte e dove ci sono costanti polemiche sulla libertà e la censura, forse Giorgia Meloni diventa la “nostra” Thatcher. Se gli altri leader europei sono indeboliti o “assenti”, come i già menzionati Macron e Sunak, se anche Scholz non convince appieno e l’olandese Mark Rutte ha ben altro da fare (anche dopo la nomina come nuovo segretario generale della Nato), chi deciderà le sorti d’Europa (insieme a Ursula von der Leyen, ovviamente, come sopra)? Forse Giorgia Meloni non ha niente a che fare con la vera Thatcher, ma è la Thatcher che ci meritiamo.