Anche voi avete visto che disastro è scoppiato in parlamento dopo il voto sulla riforma della giustizia? Ma certo, era su tutti i giornali, ma Alfonso Sabella non ne vuole sapere. Lui, che è stato sostituto procuratore a Palermo, e che si occupò della cattura di boss come Giovanni Brusca e Leoluca Bagarella, si mette le mani tra i capelli. Non gliene parlate proprio perché rischiereste di farlo adirare, e non poco. Gli sono appena arrivati tra le mani 25 nuovi processi e non si è fatto nemmeno un giorno di vacanza quest’estate. L’ha passata a scrivere le sentenze. E secondo lui, questa, non è una riforma della giustizia, ma della magistratura, e non risolve i problemi della giustizia penale, che è al collasso più totale. I problemi veri sono nelle aule di tribunale, dove i magistrati gettano il sangue tutti i giorni. La situazione è disperata, non ci sono i dispositivi informatici per i processi telematici, non ci sono le stampanti, nemmeno i mouse e addirittura mancano le sedie per sedersi. Altro che riforma della giustizia! Secondo Sabella, Nordio non ha mai messo piede in un’aula di tribunale e se l’ha fatto, è stato cinquant’anni fa ed è per questo che le cose non cambieranno.

Lei che ne pensa di questa bagarre in aula sulla riforma Nordio?
Guardi, non abbiamo personale, abbiamo delle norme che fanno a pugni l’una con l’altra, non abbiamo sedie per sederci in camera di consiglio, non abbiamo l’aria condizionata, non abbiamo strumenti, abbiamo una quantità di illeciti bagatellari di cui dobbiamo occuparci che ci intralciano a non finire. Io, in 35 anni che faccio il magistrato, non ho mai visto un disastro simile. E nessuno vuole metterci mano, questa è la mia sensazione.
Non crede la riforma della giustizia potrebbe risolvere questi problemi?
Ma non diciamo cazzate, questa non è una riforma della giustizia, ma della magistratura. Andrebbe fatto un lavoro serio, soprattutto dopo i guai prodotti dalle ultime disposizioni adottate con la riforma Cartabia in materia di sicurezza, antimafia. Ma poi, il problema concreto sta nella mancanza di strumenti adatti a svolgere quotidianamente il nostro lavoro. Faccio un esempio, al Tribunale di Roma, nelle camere di consiglio ci è stata imposta l’adozione di computer portatili. Sospetto che ci sia qualcosa sotto perché un computer portatile che costa il triplo rispetto a un fisso e non ha senso metterlo in una camera di consiglio. Poi, come se non bastasse, questi portatili sono privi lettore cd, e il 99% dei fascicoli che noi abbiamo, stanno su dei cd. Dunque dobbiamo tornare a casa per leggerli. Poi vogliono il processo telematico, benissimo. Noi non possiamo fare collegamenti in videoconferenza dalle aule monocratiche, non ci sono i mezzi per farlo. Io oggi ho dovuto fare un collegamento in videoconferenza col telefonino. Poi non abbiamo l’aria condizionata, io non posso andare in ufficio, sono cardiopatico, sicuramente ci sono 40-45 gradi e non ho un portatile per collegarmi dall’esterno.
Non gliene è stato fornito uno?
Ma figuriamoci, anzi, pensi che ho chiesto al ministero l’autorizzazione per comprarlo con i miei soldi, e me l’hanno negata.
Perché?
Perché va configurato da loro, e si rifiutano di configurarmi un computer di mia proprietà. La giustizia penale è al collasso, ma tutto questo nemmeno ai miei colleghi della Anm interessa.
Una situazione kafkiana…
Al referendum i cittadini saranno chiamati ad esprimersi su questa riforma. Nordio in soldoni agli elettori dice, vi piace la giustizia italiana? No? Bene, votate sì. Se fosse davvero questo il quesito, anche io andrei a votare sì, perché questa giustizia fa schifo. Avevo strumenti informatici migliori quando ero a Termini Imerese a fine anni ottanta. Il computer si accendeva subito, ora ci mette 25 minuti. Non c’è inchiostro per le stampanti, non c’è carta per le stampanti. Non ci sono più stampanti. Ne abbiamo una sola condivisa in tutto l’ufficio. Siamo in quattro in una stanza in condizioni indegne. L’altro giorno abbiamo dovuto fare l’udienza in camera di consiglio, eravamo tre giudici. Avevamo una sola sedia.

Assurdo.
Io oggi non ho un mouse. Oggi sono dovuto andare a cercarne uno negli uffici adiacenti per poter far funzionare il computer. E questo solo per quanto riguarda le strutture, ma non parliamo dei disastri a livello normativo, perderemmo una giornata intera. Guardi, io faccio di tutto per mettere i borseggiatori nell’impossibilità di continuare a delinquere. Me li arrestano in flagranza, cerco di trattenerli, di allontanarli da Roma, ma questi sono incinta o allattanti. La settimana dopo mi tocca di rimetterli in libertà. E sul borseggio, indovina un po’, c’è la riforma Cartabia. Altro che riforma. La giustizia è purtroppo conosciuta soltanto dai poveri magistrati peones che stanno tutti i santi giorni a gettare il sangue nelle aule di giustizia, non certo da chi sta negli uffici legislativi o alla Camera. Le ultime riforme legislative sono fatte con i piedi e sto usando un eufemismo perché mi verrebbe da dire ben altro. Se uno pensa, per esempio, che hanno depenalizzato l’occupazione abusiva di immobili, si rende conto che è stato fatto un favore enorme alla criminalità organizzata, mettendo in croce ancora di più i poveri cristi.
Gli stessi che poi voteranno la riforma…
Guardi, è facile spiegare alla gente che il Pm è un cornuto, perché poi le persone se ne fottono di capire come stanno veramente le cose, qual è il nostro ruolo.
E perché tutto questo sarebbe dovuto a una scelta politica?
C’è proprio una contraddizione… guardi, poi ci hanno messo una workstation che ha una sola porta Usb. Quindi devi scegliere se usare il lettore dvd portatile, oppure il monitor o la stampante o la tastiera o il mouse. Se ci metti il lettore non hai mouse né tastiera! Capito? Dietro a tutto questo c’è solo imbecillità, una stupidità infinita. Io mi rifiuto di pensare che al Ministero della Giustizia, alla Direzione Generale dei Servizi Informatici, vi sia gente così ignorante e incapace. Quindi sono costretto a pensare che ci sia una scelta precisa per rendere la giustizia penale ingestibile.
Però questa riforma non dovrebbe contrastare i problemi delle correnti interne alla magistratura?
Guardi io sono quanto di più lontano dalle correnti, che in teoria avrebbero ragione di esistere come luogo di riflessione e di altissima politica giudiziaria, ma io oggi mi trovo con 25 nuovi processi tra le mani. La giustizia penale è un delirio, un delirio. E la politica ha interessa a renderla difficoltosa, incomprensibile, inutilmente farraginosa.

Ma secondo lei, nemmeno il sorteggio potrebbe…?
Il sorteggio è chemioterapia, non è la soluzione per il tumore. Perché ovviamente le correnti, per come sono diventate, sono ormai un luogo di spartizione del potere. Su questo con Nordio sono perfettamente d’accordo, ma il sorteggio è una soluzione che trovo veramente umiliante per la nostra categoria, pur non essendo astrattamente contrario.
E lei sul futuro referendum fa qualche previsione? Secondo lei passerà o non passerà?
E certo che passerà, perché i cittadini andando a votare “sì” grideranno “I giudici fanno schifo!”. E questo non può che aggravare il problema. Come diceva la buonanima di mio padre che faceva l’avvocato “è meglio avere un pubblico ministero magistrato che sbirro”. Però questo i cittadini non lo capiscono e non lo capiranno mai, perché i cittadini sono troppo incavolati. Prendi un povero teste, che arriva lì e se ne sta giornate intere dentro un’aula di udienza senza che sapere dove andare, al caldo, in situazioni di disagio. Questi sono problemi che non verranno risolti, ma a questo punto io le dico una cosa. Non vedo l’ora che arrivi il referendum, per sfinimento. Magari qualcuno, a cose fatte, si metterà la mano sulla coscienza, e proverà a risolvere seriamente i problemi. Lo sa come ho passato l’estate io?
Come?
A scrivere sentenze. Per il deposito delle sentenze la sospensione feriale non c’è solo per i magistrati. Tu, magistrato cornuto, devi lavorare anche l’estate quando dovresti andare in ferie, per riposare un pochino. Per questo le dico che la riforma andrebbe fatta non da professori universitari e magistrati che non hanno mai messo piede in un’aula di giustizia, ma entrando in un palazzo di giustizia grosso, come quello di Milano, quello di Palermo, quello di Napoli, quello di Roma, in un’aula di giustizia. Tu, tu e tu, vieni che andiamo a fare la riforma della giustizia. Io non lo so se Nordio abbia mai fatto un processo monocratico in vita sua, ma se l’ha fatto, sono passati almeno 50 anni.
