Che formazione serve per diventare un buon politico? A questa domanda non c’è un’unica risposta: “Angelo Bonelli è geometra, Nicola Fratoianni laureato in lettere e filosofia. Entrambi hanno cominciato la loro attività politica molto giovani, quindi non hanno grandi esperienze lavorative alle spalle. E questo non è un bene perché conoscere una professione da una parte costituisce un importante bagaglio di esperienze e dall'altra permette di avere un’alternativa e dunque di non restare attaccati al cadreghino”. È Mario Giordano che risponde così su La Verità a un lettore. Poi sviluppa il ragionamento. Non serve formalizzarsi sul curriculum giusto: “Ci sono politici che fanno politica da sempre, e proprio perciò sono bravissimi (a cominciare da Giorgia Meloni); e ci sono politici che sono entrati in politica tardi, dopo una gloriosa professione e magari faticano ad adattarsi al ruolo”. In quest’ultima categoria per Giordano potrebbe rientrare anche il ministro della Giustizia. “Mi domando”, scrive Giordano, “se Carlo Nordio, che oltre a essere stato un magistrato è anche un ottimo editorialista, non continui a sentirsi più a suo agio nello scrivere articoli sui giornali che nel governare il suo dicastero”.

Il dubbio sorge “anche dalla frequenza con cui si dedica all'attività editoriale”. Nordio, infatti, Dopo una lunga biografia di Churchill, infatti ora ha cominciato a scrivere sul Foglio una serie a puntate sul ‘processo a Gesù’”. E ancora Giordano si chiede: “Ma Nordio non ha abbastanza da fare con quello che accade dalle sue parti? O forse, per la riforma della giustizia, si vuol ispirare a Ponzio Pilato?”. Già nelle scorse settimane la firma de La Verità si era espresso nei confronti del governo e di Giorgia Meloni. Stavolta il tema è la giustizia. Anzi, l’editoria che sembra diventata la priorità del ministro Nordio. Anche a scapito delle riforme.
