Mario Draghi candidato a guidare la nuova Commissione europea non è una possibilità che lascia indifferenti. A destra, anzi, c’è chi la considera una minaccia. Tra questi, Mario Giordano. Il giornalista e volto Mediaset, attraverso la sua rubrica quotidiana su La Verità, risponde ai lettori e, stavolta, ha scelto di replicare a un lettore che non solo contesta la gestione di Ursula von der Leyen, ma teme un futuro ancor peggiore sotto la guida dell’ex premier italiano. “Caro Giordano, Ursula è chiaramente inadeguata al ruolo che ricopre, quindi, è un bene che venga esautorata al più presto”, scrive il lettore. “Per la sua sostituzione si parla di SuperMario. Siamo sicuri che non cadremo dalla padella alla brace? Siamo sicuri che l’uomo del Green pass, il propagatore di menzogne tipo ‘se non ti vaccini muori e fai morire’, il distruttore insieme a Romano Prodi di gran parte del tessuto industriale del Paese, non riuscirebbe ad affondare definitivamente l’Europa?”. La risposta di Giordano è netta come al suo solito: “Può darsi, caro Bruno. Ma nel caso le dico: sarebbe davvero un male? Le confesso che, se fossi sicuro che l’Europa affondasse davvero, beh, sarei disposto a tollerare SuperMario al comando per un po’, nonostante tutto quello che ci ha inferto, Britannia, green pass e vaccini compresi”.

Non è un endorsement, né rassegnazione: è un’accusa. E la previsione, secondo Giordano, è che nulla cambierebbe: “Purtroppo, però, temo che non andrebbe così. Temo che se davvero Mario Draghi arrivasse alla guida dell’Europa non farebbe altro che perpetuare questo sistema malato che oggi ci opprime, a vantaggio della grande finanza e contro i popoli”. Quello che Giordano invoca, invece, è un rovesciamento dell’intero impianto europeo. E lo scrive apertamente: “Perciò non smetto di sognare qualcosa di diverso, qualcuno che vada a Bruxelles per ribaltare davvero l’Ue. Se l’immagina per esempio un’Europa in stile vannacciano? Con il generalissimo al comando? Forse così, per la prima volta, l’Europa potrebbe cambiare sul serio”. Il richiamo finale è a Giorgia Meloni, secondo Giordano lontana dalle promesse iniziali: “Era anche la promessa di Giorgia Meloni. Ma pare lei se ne sia dimenticata”. Quindi, se da Bruxelles si guarda a Draghi come al garante perfetto dell’establishment europeo, c’è chi come Giordano la ritiene un’ipotesi non meno indigesta di quella vonderleyeniana. Anzi, forse è persino peggio. Non tanto per quello che Draghi potrebbe fare, ma per quello che, secondo Giordano, non farà mai: rompere davvero con l’Europa che conosciamo.
