Con questo caldo è impossibile lavorare. I 35 gradi, però, devono essere arrivati a primavera a Napoli, visto che dal 2 aprile, data ufficiale della fine del mandato di Stephane Lissner, la Fondazione Teatro San Carlo non un Sovrintendente, e cioè la figura più importante, insieme al presidente (che è il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi), dell’ente che rappresenta il più antico teatro d’opera ancora in attività di tutta Europa. Nella pagina ufficiale del Teatro (che è stata curata da un’azienda al centro dell’inchiesta sul sistema Sorrento, come vi abbiamo raccontato qui) si cita Rousseau: “Vuoi tu sapere se qualche scintilla brucia in te? Corri, vola a Napoli ad ascoltare i capolavori di Leo, Durante, Jommelli, Pergolesi”. (Jean-Jacques Rousseau, Dictionnaire de Musique). Ma un’altra frase, tratta da Il contratto sociale, potrebbe creare del contesto: “L’impulso del solo appetito è schiavitù”. E si aggiunga, senza farsi prendere la mano con il citazionismo, un’idea di Denis Diderot: il (vero) potere è la somma dei poteri. E alla Fondazione San Carlo di potere ce n’è tanto.

C’è quello del sindaco, chiaramente, che deve cercare di mettere d’accordo, e non ci sta riuscendo, regione, ministero della Cultura e Consiglio d’indirizzo. C’è quello del Sovrintendente, che nell’ultimo mandato, affidato a Lissner, è stato determinante per una catena di decisioni su cui ci siamo posti tantissime domande, domande che ora iniziano a interessare anche altra stampa (ma dove sono stati finora?). C’è quello di Emmanuela Spedaliere, seconda in comando sotto Lissner, nominata Direttore generale, carica inventata per lei, e pagata 150 mila euro. C’è quello di Ilias Tzempetonidis, attualmente reggente della Fondazione, ma la cui carica, come vi abbiamo raccontato, sarebbe analoga a quella di Spedaliere, e cioè inesistente nello Statuto del San Carlo. Questi due, in particolare, sono (o erano?) nomi in lizza per prendere il posto di Lissner, ma qualcosa pare abbia portato Manfredi a rinunciarvi. C’è poi il potere di Maria Pia Gaeta, la Responsabile anticorruzione e incredibilmente anche Responsabile delle Risorse Umane, l’area della Fondazione su cui l’anticorruzione dovrebbe vigilare in particolar modo (al punto che l’Anac sconsiglia di nominare per queste due funzioni una stessa figura). C’è poi Almerinda Padricelli, la Responsabile alla Sicurezza, che avrebbe dovuto vigilare sugli spettacoli fatti senza autorizzazione alle Officine di Vigliena (che sono, come vi abbiamo detto e come ha confermato l’Autorità portuale proprietaria dei luoghi, dei semplici depositi).

Ora il seggio vacante resterà tale fino a settembre, perché non ci sarebbe accordo sulla figura che possa prendere il posto, e dunque di fatto risolvere le irregolarità che abbiamo rilevato nella nostra inchiesta, di Stephan Lissner. La Fondazione va ufficialmente in ferie e la scelta della figura centrale dell’organizzazione di un ente che riceve decine di milioni di euro pubblici e ora non ha nessuno alla guida. Di fatto, come si specifica nello Statuto, l’unica figura deputata a gestire il Teatro è proprio il Sovrintendente, e sembra assurdo che un’istituzione storica, gestita da una Fondazione con trecento dipendenti e che coinvolge Mic, Regione Campania e Comune di Napoli, non abbia saputo provvedere in quattro mesi, e non provvederà fino a settembre, a trovare una soluzione a un problema di tale portata. C’è un’ipotesi che, nel caso in cui non si trovasse una soluzione, potrebbe concretizzarsi: quella di un commissariamento. A quel punto la decisione passerebbe al Ministero della Cultura, che a inizio estate aveva dato l’ok per la scelta del successore di Lissner. Se la Fondazione non arriverà a una scelta in fretta, potrebbe chiudersi il sipario. E questo non farà altro che alzare ulteriormente la temperatura. Ma stavolta non basterà andarsene in ferie.
