Maurizio Gasparri ha presentato un’interrogazione parlamentare sulla vicenda del Teatro San Carlo di cui vi abbiamo parlato ieri. Ci siamo fatti qualche domanda e abbiamo capito che la storia è molto più complicata e tocca tante figure a ogni livello, dentro e fuori dalla Fondazione. La questione riguarda l’incarico affidato al figlio di Emmanuela Spedaliere (Direttrice generale della Fondazione Teatro San Carlo), Michele Sorrentino Mangini, come Direttore artistico delle Officine San Carlo. Il contratto aveva durata biennale 2023-2025 ed era stato ottenuto da Mangini dopo una chiamata diretta del sovrintendente Stephane Lissner, che è ormai alla fine del suo mandato come numero due (dopo il presidente della Fondazione, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi) della Fondazione. Secondo Spedaliere non ci sarebbero “profili di incompatibilità”, poiché gli incarichi dipendono solo dal Sovrintendente.
La prima domanda che ci siamo posti allora è stata: perché Lissner ha scelto proprio Sorrentino Mangini? E perché proprio ora che se ne va ha scelto di prorogare il contratto del figlio di Emmanuela Spedaliere fino al 2027? Nel frattempo Emmanuela Spedaliere, secondo Il Mattino, è tra le favorite a succedere a Lissner, prendendo il posto della persona da cui dipendono le assunzioni, tra cui quella del figlio. Assunzione che, nei prossimi anni, se lei diventasse effettivamente sovrintendente, non potrebbe ovviamente giustificare. E già così qualcosa non torna.

Abbiamo fatto un passo ulteriore. Ci siamo concentrati proprio sulla risposta di Emmanuela Spedaliere: “Premesso che il Sovrintendente è l’unico organo di gestione della Fondazione e tralasciando inesistenti profili di incompatibilità, sarà il nuovo incaricato a valutare l’opportunità di riconfermare o meno tutti gli incarichi che andranno a scadenza sotto il suo mandato”. Domanda: come possiamo essere sicuri che il Sovrintendente sia “l’unico organo di gestione della Fondazione” e che la Direttrice generale non abbia alcun ruolo nella scelta delle figure che vengono incaricate?
Nello Statuto della Fondazione, infatti, non esiste il ruolo di Spedaliere. È vero che nello Statuto si dice che la spetta esclusivamente al Sovrintendente gestire gli incarichi, ma è altrettanto vero che secondo lo stesso Statuto non dovrebbe esistere un “Direttore generale”. Ma allora da dove arriva questo ruolo, ricoperto per la prima volta nella storia della Fondazione (nata nel 1996) proprio da Spedaliere? La figura del Direttore generale se l’è inventata proprio Lissner, che nel 2020 sceglie di chiamare Emmanuela Spedaliere, al tempo assunta a tempo indeterminato dalla Fondazione come Dirigente del Settore Marketing. Sì, lo stesso sovrintendente che oggi nomina a chiamata diretta Michele Mangini, nel 2020 ha chiamato nello stesso modo anche Emmanuela Spedaliere, iniziando a percepire il secondo stipendio – dopo quello del sovrintendente – più alto tra i dirigenti della Fondazione: 150.000 euro lordi all’anno.

Ma davvero il Sovrintendente ha il potere di inventare delle nuove cariche senza dover rendere conto della scelta a nessuno? In realtà, secondo lo Statuto, esiste un organo che “stabilisce gli indirizzi di gestione economica e finanziaria della Fondazione” e che quindi dovrebbe essere coinvolto nelle decisioni che comportano dei cambiamenti nella spesa della Fondazione: il Consiglio di Indirizzo. E proprio durante uno degli incontri del Consiglio, il 19 gennaio 2023, il professore Riccardo Realfonzo interviene chiedendo spiegazioni riguardo alla nomina di Spedaliere: “Il riferimento è alla nomina del Direttore Generale nella persona della dott.ssa Spedaliere da parte del Soprintendente, con determinazione del 1° aprile 2020, avvenuta senza preventivo esame da parte del Consiglio di Indirizzo e senza che tale decisione sia stata sottoposta a ratifica. Cosa tanto più significativa considerato che la figura del Direttore Generale non è prevista dallo Statuto della Fondazione, che viceversa assegna le funzioni in questione al Soprintendente. Poiché la dott.ssa Spedaliere aveva un precedente incarico presso la Fondazione in qualità di Dirigente del Settore Marketing e poiché a quanto sembra di desumere l’importo del nuovo contratto è ben più oneroso, ne consegue che il bilancio dell’ente è stato appesantito, a mio avviso impropriamente, di un rilevante extra costo. Si tratta di una vicenda di cui, come noto, è stata resa edotta la Corte dei Conti dalla Regione con comunicazione del 3 febbraio 2022”.

La Corte dei Conti è stata contatta e non è successo nulla? A gennaio del 2022 la Regione Campania, rappresentata da Maurizio Borgo, aveva anche minacciato di uscire dalla Fondazione per via di questa nomina ad personam considerata illegittima. Ma la risposta arrivò dal Direttore generale spettacolo del Ministero della Cultura, Antonio Parente, che sostenne che il Consiglio di Indirizzo avesse sempre saputo della nomina di Spedaliere, tanto che il presidente del Consiglio avrebbe fatto i suoi auguri, il giorno dell’annuncio, alla nuova Direttrice, e che comunque il sovrintendente avesse facoltà di nominare chiunque “della cui attività risponde direttamente”. Così la Corte dei Conti della Regione, a cui fa riferimento, a un anno di distanza, anche Realfonzo, non ebbe modo di intervenire.

Ricapitoliamo la storia fino a questo punto. Primo blocco. Nel 2020 il Sovrintendente Lissner, nominato nel 2019 direttamente dal Ministero dei Beni (al tempo guidato da Dario Franceschini) con un atto firmato dal Direttore generale Onofrio Cutaia, nomina Emmanuela Spedaliere Direttore generale della Fondazione Teatro San Carlo, inventando questa figura ad hoc, dal momento che non era mai esistita prima, e garantendo così a Spedaliere un compenso di 150.000 euro lordi all’anno, secondo solo a quello di Lissner stesso (che ne prende 240.000). Secondo la Regione Campania la nomina è illegittima e si chiede alla Corte dei Conti di fare chiarezza, richiesta che non verrà accolta perché il Direttore generale spettacolo del Ministero della Cultura fermerà tutto prima ancora di iniziare, sostenendo che il Consiglio di indirizzo, che si occupa di gestire l’economia della Fondazione, fosse a conoscenza del nuovo incarico di Spedaliere fin dall’inizio. Un anno dopo, nel 2023, anche un consigliere della Fondazione, Riccardo Raelfonzo, interviene chiedendo di chiarire la nomina fatta in autonomia da Lissner di Spedaliere, che con il nuovo incarico avrebbe pesato sul bilancio molto più rispetto a quando era Dirigente del Settore Marketing.

Secondo blocco. Sempre nel 2023, Lissner – che nel 2025 ha concluso il suo mandato come sovrintendente – assumerà a chiamata diretta il figlio di Emmanuela Spedaliere, Michele Sorrentino Mangini, di cui ora si sta parlando, come Direttore artistico delle Officine San Carlo. Il contratto ha durata biennale ma viene prolungato da Lissner fino al 2027. Perché non ha lasciato che il suo successore valutasse se riconfermare Mangini? Intanto l’ipotesi che Spedaliere diventi il nuovo sovrintendente diventa sempre più concreta. Se davvero fosse lei la nuova sovrintendente, di certo non potrebbe riconfermare il figlio nel suo ruolo alle Officine San Carlo fino al 2027 per un evidente conflitto di interesse. Tutte le domande restano aperte.
