No, non si sono presentati. La Direttrice generale Emmanuela Spedaliere e il sindaco Gaetano Manfredi, Presidente della Fondazione Teatro San Carlo, hanno trovato il modo di evitare la Commisione Trasparenza che si è riunita giovedì 19 giugno. La prima, in sostanza, come abbiamo scritto qui, ha sostenuto che la Commissione non ha alcuna autorità per vigilare sulla Fondazione, solo il ministero della Cultura può. Nonostante questo, lascia aperta la possibilità di una seduta prossimamente, non ora. Manfredi, invece, si accoda a Spedaliere: manca lei, manco anche io. Rimandiamo. Attenzione, qualcosa non funziona, è una questione di logica. Se davvero, come sostiene Spedaliere, la Commissione non ha alcuna autorità sulla Fondazione, perché saltare questo incontro ma rendersi disponibile per un’altra seduta in futuro? Se non deve rende conto alla Commissione non serve rimandare, basta non andare. Anche Manfredi sembra felicissimo di poter rimandare. Perché?

Secondo indizio: il silenzio totale. Nessuno, tra i giornali locali (fa eccezione Stylo24) e nazionali, sta coprendo un’inchiesta pesante, che stiamo portando avanti da soli. C’entrano un po’ tutti, tutte le gerarchie di questo sistema, il sistema Cultura. Ci sono nomina inventate, assunzioni poco chiare, possibili conflitti di interessi, aumenti di stipendio che contraddicono le richieste di decontribuzione fiscale fatte durante il Covid, possibili incompatibilità per dei ruoli fondamentali, come quello del Responsabile dell’anticorruzione, spettacoli senza permessi. Ma quasi nessuno ne parla. Neanche i diretti interessati hanno mai rilasciato dichiarazioni. Sono Spedaliere, un mese fa, qualche riga per liquidare la questione del figlio, il regista Michele Sorrentino Mangini, assunto come Direttore artistico delle Officine di Vigliena.

Noi sappiamo anche qualcosa che ancora dobbiamo dirvi, ma ve lo abbiamo accennato in ogni nostro pezzo. La storia è molto, molto più grande. Allora sentendo la giustificazione di Spedaliere nella pec inviata alla Commissione, il primo pensiero intrusivo è stato: cosa aspettano? Cosa aspettano tutti prima di parlare, di mostrarsi, di rispondere alle domande? E la risposta la dà la notizia, uscita tra mercoledì e giovedì, dell’ok del ministro Alessandro Giuli alla nomina del nuovo Sovrintendente, che ci sarà a giorni. Il successore di Stephane Lissner, centrale in questa storia, viene scelto dal Consiglio d’indirizzo della Fondazione, di cui fa parte anche il sindaco Manfredi. Giuli ha detto che firmerà la nomina: “Sceglieranno il migliore”. O la migliore. Perché da mesi il nome è solamente uno: Emmanuela Spedaliere. Ecco cosa si sta aspettando, quella nomina che può cambiare tutto, che può creare problemi all’opposizione di destra, che gestisce la Commissione trasparenza, che può creare problemi al Ministero stesso. Perché l’ultima nomina, quella di Stephane Lissner, è stata ratificata da un ministero di sinistra, quello di Dario Franceschini. Gaetano Manfredi è dell’area di centrosinistra. La storia, in altre parole, sembrava completamente circoscritta alla sinistra. E ora si vuole creare il cortocircuito, arrivare in Commissione con una nomina convalidata dal Mic del governo Meloni. Emmanuela Spedaliere risponderà alle domande, se vorrà, da Sovrintendente? O sta solo prendendo tempo per superare queste giornate decisive, magari immaginando che questa storia potrà finire? Il Mic, ha il potere di bloccare questa nomina? Dovrà fare delle valutazioni importanti, verranno fatte o gli accordi ci sono già? Giuli è sceso a Napoli qualche giorno fa e ha dato il via libera per la decisione del Consiglio d'indirizzo. Ma questo non vuol dire che il Ministero debba accettare qualsiasi decisione a scatola chiusa.
