Due teatri diversi. Da un lato un Parlamento tinto a lutto, con un servizio speciale su Rai1 di un’ora e mezza con colonna sonora di Ludovico Einaudi, neanche fosse la fine di Titanic. Solo che il nostro Leo-Mario se ne va (a picco?) impettito, digrignando i denti. Dall’altro lato, invece, un piccolo show, un siparietto autoironico, brillante e leggero. L’immagine che salta in mente è questa: noi Barilla, loro Fish and Chips, noi vino rosso, loro birra. A volte un po’ di freschezza non guasta. Boris Johnson, a differenza di Draghi, chiude la sua esperienza come primo ministro strappando qualche sorriso, evitando lunghe pause teatrali, non sparando a zero su nessuno. La rivista Gq lo aveva definito “il primo ministro peggio vestito di tutti i tempi”, ma stavolta non possiamo negare che abbia avuto stile. Più stile del nostro Draghi sputafuoco.
Johnson ripercorre in fretta i risultati raggiunti durante il suo mandato. Dalla gestione della pandemia alla produzione di AstraZeneca. Gli inglesi sono stati i primi a uscire dal lockdown e i primi ad appoggiare l’Ucraina. Sono parole rilassate, dette con sicurezza. Supporta la decisione dei conservatori di cambiare leadership, “Supporterò chiunque arriverà, lui e o lei che sia” dice, “sono triste di dover lasciare il miglior lavoro del mondo”. Infine ringrazia tutti, lo Speaker della Camera dei comuni, lo staff, i colleghi, il leader di opposizione e cita Terminator: “Hasta la vista, baby!”.
Forse è un problema di prospettiva, dopotutto il primo ministro inglese parla al centro dell’arena, nella fossa, faccia a faccia con l’opposizione. Non parla da uno scranno, da una posizione rialzata, a una tribuna che a distanza lo ascolta mentre distribuisce colpe a destra e a manca, accanto ai volti doloranti di un Di Maio o di una Gelmini. La pagina YouTube di Fanpage.it accompagna la voce del presidente del consiglio italiano uscente con una musica da anime giapponese. Hanno canonizzato Draghi, ecco tutto.
Chissà se questo sia un termometro per misurare la temperatura delle due democrazie, quella inglese e quella italiana. Boris Johnson chiude con un auspicio: che il Regno Unito possa sempre restare una forza atlantista dalla parte dell’Ucraina, della deregolamentazione, della riduzione della pressione fiscale, “dalla parte della libertà”.
Torniamo su Terminator: Hasta la vista, baby. Finisce così l’ultima sessione PMQ (“Interrogazione del Primo Ministro”) nella Camera de Comuni. Il chief of cabinet inglese non è il primo politico a usare questa frase. Parliamo di Schwarzenegger che la usò la prima volta, non in veste di macchina assassina, nel 1994 contro Pat Buchanan, poi nel 2003 e nel 2008 nuovamente. Ma un’altra frase iconica del franchise fantascientifico è rimasta nei cuori dei fan e chissà che la più grande maggioranza conservatrice dal 1987, la sua base elettorale, non speri di sentirla uscire dalla bocca di Johnson, magari nei prossimi mesi: I’ll be back.