Boris Johnson ha sganciato la bomba. Dopo il caos post Brexit e il delirio nella gestione della pandemia, il primo ministro inglese si lancia sul green con quella che punta ad essere la più grande rivoluzione del mercato automotive del futuro più prossimo: entro 10 anni solo auto elettriche, zero emissioni nel 2050 e nessuna auto a benzina venduta in Gran Bretagna dal 2030. Si parla di uno stanziamento da 1,3 miliardi per disseminare stazioni di caricamento di batterie in tutto il Regno Unito ma anche sovvenzioni per forme alternative di energia e un piano per piantare alberi per un totale di 30.000 ettari di verde.
Insomma, BoJo sogna di partire dalle auto per rivoluzionare il paese intero. Una parabola che in qualche modo assomiglia a quella della sua vita, e fa tornare a galla il passato da "esperto d'auto" del primo ministro.
Tra una fuga dal Kosovo su una Fiat Uno e un test drive in giro per Tokyo - senza mani - ripercorriamo la carriera da youtuber mancato (per fortuna, viene da dire) del Boris più famoso del mondo.
"Era come se l'intera contea dell'Hampshire fosse sdraiata, con le gambe aperte, pronta per essere rapita da uno stallone italiano". Così il primo ministro inglese descrive la sensazione provata dopo aver guidato una Ferrari F430.
In un mix di pseudo ironia alla Top Gear (però versione mercatino delle pulci di Rozzano) e di tecnicismi da cartella stampa, il Johnson giornalista d'auto è famoso in tutto il mondo, e sicuramente non per essere stato un Jeremy Clarkson che non c'ha creduto abbastanza. Sono infatti parecchi quelli che, in giro per il web, etichettano il povero BoJo come il "peggior recensore d'auto di tutti i tempi" ripescando qua e là alcuni dei suoi articoli più assurdi.
Tra le sue collaborazioni più durature e conosciute sicuramente spicca quella con British GQ, su cui Boris pubblicava una periodica colonna dedicata alle recensioni che, puntualmente, infarciva di dati tecnici inventati e riferimenti sessuali di tutti i tipi.
Oltre all'enorme numero di critiche ricevute, l'allora direttore Dylan Jones racconta che in quel periodo le multe recapitate alla redazione a causa della guida di Johnson erano diventate fuori controllo: "Parcheggiava davanti a posti come Scotland Yard e sui parabrezza delle auto in prova le sanzioni si accumulavano come neve sul cemento".
Cercando spesso di unire le sue due carriere, Boris riuscì in qualche modo a definire una piccola Kia come l'auto perfetta per un politico conservatore: "La Kia è un'auto conservatrice per almeno due aspetti fondamentali. È come il voto conservatore, in quanto gli esperti tendono spesso a sottovalutare le sue dimensioni. E poi questa vettura è profondamente conservatrice per il magnifico modo in cui conserva il carburante. A differenza dei Labour, è parsimoniosa, economica e ragionevole con i soldi dei contribuenti ".
Nell'incredibile capacità di giocare con la politica e il rombo dei motori, ritroviamo BoJo - questa volta già sindaco di Londra - alla guida di una Mitsubishi Outlander PHEV in giro per Tokyo. Da incorniciare il momento in cui toglie entrambe le mani dal volante ma, tocco di classe senza precedenti, è sicuramente la sua definizione del suono di un'auto elettrica: "Si lamenta come un gatto soddisfatto di sé".
Una delle recensioni che meglio descrive lo stile "giornalistico" di BoJo e i suoi continui riferimenti sessuali, pseudo comici, applicati al mondo dell'auto, risale al 2006, anno in cui l'attuale primo ministro si immerse del Tamigi con un'auto anfibia giallo fluo. Eccone qui un estratto.
Da lì a pochi istanti si sarebbe concretizzato il momento che stavo aspettando dalla maggior parte della mia vita: la penetrazione. Stavo per immergere il mio stoppino. Mi stavo bagnando la prua. Stavo per battezzare il mio cofano nel fluido corporeo di Madre Natura.
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