Nel paddock ci ha passato una vita, che ha anche raccontato in un libro che raccoglie episodi mostrando un personaggio assolutamente unico. Oggi Carlo Pernat ha 72 anni e, come dice lui, è uno “Stoner a numeri invertiti”. Solo che lui, il Carletto del motociclismo, non ci pensa neanche a smettere e ormai ci ha fatto l’abitudine ad affrontare la vita a gas aperto e di traverso. Anche perché quel modo d’essere lì, unito a una preparazione che magari è mascherata dall’aria da viveur ma è profondissima e curata in ogni minimo dettaglio, gli permette oggi di essere il manager più vincente del motomondiale. Con altri due match point da viversi in questo fine settimana che chiude la stagione 2020 su circuito di Portimao. Toni Arbolino e Enea Bastianini, infatti, sono i due piloti che assiste ormai da qualche anno e entrambi possono mettere le mani sul titolo iridato delle rispettive categorie. Il primo, Tony Arbolino, è terzo nella classifica mondiale di Moto3, con soli 11 punti di distacco dal leader Albert Arenas che, però, sembra in crisi di risultati. L’altro, Enea Bastianini, guida invece la classifica di Moto2 con 14 punti di vantaggio su Sam Lowes, alle prese con i postumi di una brutta caduta.
“Non sono particolarmente agitato – ha detto Pernat questa mattina, raggiunto telefonicamente a Portimao per chiedergli come si sentisse alla vigilia del doppio Gran Premio decisivo – Non serve a nulla farsi prendere dall’ansia e, soprattutto, non fa bene ai piloti, che invece devo vivere nella massima tranquillità questo ore per trovare la giusta concentrazione”.
Il sorriso sempre, quindi, e quel modo fatalista e guascone che lo accompagna da tutta la vita per Carlo Pernat. D’altra parte, di mondiali ne ha vinti una ventina tra piloti e costruttori e per lui non è certo la prima vigilia dalle pulsazioni alte. “Con i costruttori, quando ero direttore sportivo di qualche squadra o team, neanche ricordo – ha raccontato – con i piloti, invece, ne ho vinti dieci e mezzo di mondiali. Il mezzo è quello del ’99 con Valentino Rossi, che non so se posso considerarlo mio o meno. Ce ne è anche uno mezzo vinto, o mezzo perso, che è quello del 2006 con Capirossi. Due nel cross, una Parigi Dakar con Cagiva e poi Gramigni, Sakata, Capirossi, Biaggi, Rossi e Simoncelli. Con Marco è stato l’ultimo e se dovesse succedere ancora, domenica, con Tony Arbolino o Enea Bastianini, o con entrambi, il mio primo pensiero sarebbe per Marco Simoncelli. E’ l’unica cosa di cui sono assolutamente certo”. Scherza sempre, Pernat, la battuta la infila ovunque anche quando la tensione per la posta in palio è altissima, ma quando pronuncia quel nome anche la sua voce trema: “E’ una ferita sempre aperta. Una sofferenza e una mancanza che sentirò sempre. Marco era speciale”.
Tanto che dopo il tragico incidente di Sepang, nel 2011, Carlo Pernat aveva quasi pensato di smettere con i piloti, di non prestare più il suo supporto, come manager, a nessun altro. Invece il richiamo della foresta, come dice lui, è stato più forte. “Mi sono detto che non aveva senso e che le corse erano comunque la mia vita – ci ha raccontato – però mi sono dato anche delle regole: pochi piloti, massimo due, e di vere speranze. Quando ho scelto Tony Arbolino e Enea Bastianini, evidentemente, non sbagliavo visto dove sono ora e dove andranno l’anno prossimo”.
Per entrambi, infatti, c’è già il salto di categoria sottoscritto, con Arbolino che salirà in Moto2 e Enea Bastianini che, invece, approderà in MotoGP nel team Avintia, con un contratto direttamente con Ducati. “Quelle tra me e Tony e me ed Enea sono storie molto diverse - ha concluso – Il primo lo ha praticamente scoperto Paolo Simoncelli. Andammo a vederlo a Jerez e sin dalle prime curve mi era sembrato un mix perfetto tra Andrea Dovizioso e Andrea Iannone, capace di ragionare e usare la testa come il primo, ma anche di tirare fuori il colpo di fantasia e la manovra al limite del funambulismo come il secondo. Era un ragazzino quando l’ho preso con me e, ora, si gioca un mondiale. Bellissimo! L’altro, invece, Enea Bastianini, è con me da qualche tempo. Veniva da un periodo difficile, dove aveva perso un po’ la mentalità giusta e sembrava scarico. Poi è arrivato il team Leopard, con cui ha iniziato a risollevarsi e poi, ancora, abbiamo combinato il contratto con l’Italtrans di Giovanni Sandi, uno che per me è un fratello e che per i piloti è il migliore dei maestri. E’ andato a vivere da solo, con la sua compagna e anche questo è stato importante, segnando una svolta di maturazione. E anche Enea, ora, si gioca un mondiale con già in tasca un passaggio in Ducati in MotoGP l’anno prossimo, nel team Avintia. Stupendo!”
E’ giustamente orgoglioso dei suoi ragazzi Carlo Pernat che, poi, aggiunge: “Straordinario quello che hanno fatto. Arbolino, poi, è pure stato fermato per una gara nonostante non fosse positivo al Covid19, se non ci fosse stato quell’episodio giocherebbe il match point da un’altra posizione. Ma nella vita bisogna prendere quello che viene e essere comunque contenti, sempre. Perché la nostra vita, la mia, dei piloti e di tutti quelli che vivono di motorsport, è la più bella vita possibile. Per questo dico che a prescindere da come andrà domenica, nonostante è chiaro che ci spero e lo voglio, sarò contento lo stesso. Esserci fantastico sempre, essere arrivati a giocarsi due mondiali lo è ancora di più. Posso solo dire grazie ai miei ragazzi. E gas!”
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