Mentre Putin e Xi Jiping stanno rafforzando i loro rapporti, preoccupando i vertici americani e europei, sembra che anche Kim Jong-un si stia dando da fare. Questa settimana, infatti, la Corea del Nord ha testato un nuovo drone sottomarino di attacco nucleare. Il motivo? Le esercitazioni USA-Corea del Sud ai confini di casa. Scusa o meno, una dinamica che abbiamo già visto nel conflitto ucraino, tuttora in corso a distanza di un anno. L’esercito nordcoreano avrebbe testato tra martedì e giovedì queste nuove armi che hanno un solo, devastante obiettivo: “Creare uno tsunami radioattivo su vasta scala”. A dirlo è l’agenzia di stampa Kcna che descrive il sistema d’arma come in grado di generare un’esplosione sottomarina per distruggere navi e porti. Martedì il drone è partito dalla costa nord-orientale della Corea del Nord per arrivare dopo 59 ore e 12 minuti – viaggiando a 80-150 metri di profondità – nelle acque della baia di Hongwon, dove per l’occasione era stato allestito un finto porto da attaccare.
Le esercitazioni statunitensi possono certo sembrare poco più di una scusa, soprattutto se si guarda allo storico dell’ultimo anno. La Corea del Nord avrebbe infatti collezionato già più di 70 missili sganciati nel 2022. La serie di dimostrazioni potrebbe essere ricondotta a una strategia di Kim Jong-un per far sì che il Paese possa affermarsi come potenza nucleare agli occhi degli USA, mentre la Corea del Sud e gli Stati Uniti hanno man mano consolidato i loro rapporti ampliando le esercitazioni militari tanto da aver annunciato per giugno un’ulteriore “prova di forza” che viene definita dal ministero della Difesa di Seoul “senza precedenti”. La tensione dunque sta aumentando e il leader della Corea del Nord avrebbe promesso ai suoi nemici di farli “sprofondare nella disperazione”. In questi giorni si sono tenute anche le esercitazioni congiunte di 11 giorni tra USA e KOR, alle quali il governo di Pyongyang ha risposto con una 3 giorni di test e il lancio di oltre 20 missili balistici e da crociera. L’aria che si respira, dunque, è tutt’altro che pacifica.