"2030 e Ambra è il primo Presidente donna", rappavano gli Articolo 31 nel 1996. Purtroppo o per fortuna, non è andata così. Questo verso, però, dà l'idea anche a chi non c'era delle proporzioni del successo di Ambra Angiolini all'epoca. Non era solo una ragazzina di belle speranze tv come tante, era il simbolo di un'intera generazione. Un po' come dire "Belen" dieci anni fa, oppure "Chiara Ferragni" prima della deflagrazione dei pandori. Nel '92 entra nell'harem Mediaset di Gianni Boncompagni, 'Non è la Rai' e l'anno successivo al suo approdo, già conduce la trasmissione. "Con l'auricolare e le frasi suggerite 'dall'alto'", come sarebbe presto venuto fuori. Grazie a Mefisto, aggiungiamo: aveva 16 anni. Cosa doveva essere? La Carrà? Comunque spigliata assai e timorosa di nulla, era la ragazza della porta accanto con dieci marce in più. Tanto che nel '96, Pippo Baudo fa il diavolo a quattro per 'rubarla' a Mediaset e averla al proprio fianco alla conduzione del Dopofestival (di Sanremo, eh? Proprio 'quel' Festival). Il fenomeno Ambra cresceva irrefrenabile, esponenziale, tutte volevano essere lei. Anzi, tutti. Anche quegli adolescenti che, al tempo, non avrebbero mai potuto confessarlo nemmeno all'amico più stretto. Inevitabile, quindi, che i media la detestassero. Quelli che ben pensavano, le migliori firme della loro generazione, la dipingevano come una mezza miracolata. Anzi, diciamo le cose come stanno: un'ochetta messa lì a sgambettare senza alcun merito. Alla faccia di chi aveva studiato, si era fatto il mazzo per approdare sul piccolo schermo e magari si ritrovava a fare la comparsa nelle trasmissioni di... Ambra. Un'ingiustizia sociale che la stampa non ha mai perso occasione di 'vendicare'. Non c'è mai stato grosso gossip intorno al cv sentimentale della piccola stella. Se avesse cambiato un fidanzato al giorno, probabilmente le avrebbero dato della 'passeggiatrice' un giorno sì e l'altro pure. Invece, non si poteva scrivere niente di 'male' su di lei, all'infuori del fatto che fosse, tra le righe, la quintessenza della povera scema senza talento, un burattino inconsapevole, una cocorita più bella che intelligente. Poi, finalmente, ha preso peso. E qui è partito il massacro mediatico, la ghigliottina che era pronta per lei già da un bel pezzo. La presa della Bastiglia, dove la 'Bastiglia' era una ragazzina con enormi problemi alimentari. Questa cosa fa schifo oggi e doveva fare schifo pure allora. Non è successo perché il punto vero non è mai stata la X della sua taglia. Ma il successo di Ambra, un fenomeno inconcepibile per i soloni di casa nostra. Che andava contrastato con ogni mezzo. Perché fermarlo scrivendo di lei le peggio cose, quello sì, sarebbe stato un ottimo esempio per i giovani tutti. Volete davvero 'finire' come Ambra, quel 'fardello di ciccia'? Pensateci bene, guardate cosa fa, come riduce male il successo... Meglio abbandonare i sogni di gloria e andare a fare gli impiegati normopeso, sì.
Angiolini ha dato alle stampe un libro, InFame, in cui racconta la sua giovanile battaglia contro la bulimia. Mentre tutti volevano essere lei, lei nel suo corpo non stava poi così ad agio. Lo odiava, forse si odiava. Da queste parti non siamo mai troppo teneri contro i piangina, ossia quei personaggi famosi che frignano notte e giorno sui social quando qualcheduno gli commenta "Non mi piaci". C'è chi - e sono tanti - ci ha fatto sopra una carriera. La storia di Ambra, però, è diversa. Prima di tutto perché non aveva alcun bisogno di raccontarla, nel 2020, da attrice affermata e apprezzatissima. Non certo da morta di fama in rincorsa di un possibile scampolo di visibilità. Quello che le è stato fatto, il tam tam mediatico sul suo peso perpetrato per anni, è orrendo. E in molti, forse tutti, dovrebbero chiederle perdono pubblicamente, in ginocchio. Dai giornalisti che ribattevano la 'notizia' dei 'chili di troppo' che aveva messo su, a chi guardava la tv per verificare coi proprio occhi quanto fosse 'cicciona'. Ed è inutile dire di no ora, lo abbiamo fatto tutti. Forse incolpevoli, di certo intossicati da una narrazione oscena che reputavamo 'normale' perché solo quello esisteva. Ma lo abbiamo, comunque, fatto tutti. Fan o meno.
Ciò che non si perdonava ad Ambra Angiolini era d'esser diventata un fenomeno. In così giovane età perfino. Chi scrive qui all'epoca non c'era, non abbastanza da poter sviluppare un pensiero critico rispetto a ciò che vedeva succedere in tv. Della stella di 'Non è la Rai', però, ricorda due cose: la musicassetta con 'T'appartengo' era ovunque, la ascoltavano a nastro 'quelle più grandi' (e belle, e inarrivabili, che magari uscivano con Pietro e un giorno forse pure noi avremmo fatto perdere la testa a un 'Pietro' e 'se non è amore me ne andrò all'inferno'). Ricordiamo questo. E per seconda cosa il fatto che, a un certo punto, sia ingrassata perché 'il successo fa male, ti distrugge, funziona così quando hai tutto'. Meglio avere di meno, ridimensionare sogni e aspettative. Ambra non poteva essere un'icona perché quella 'fare la scema' in tv non era una ambizione socialmente accettabile. 'Guarda poi come vai a finire!'. Manco si stesse facendo pere di eroina negli occhi, eh. Ma il percepito, ancora una volta, la narrazione era la stessa. Essere o diventare 'grasse' è stato il peggior incubo di tutte le ragazze venute su negli anni Novanta-primi Duemila. La Onyx, in questo senso, avrebbe poi fatto, con le sue taglie XXXS e basta, forse più 'vittime' della droga. La Onyx era, a modo suo, una droga. Ma questa è un'altra storia.
Tornando ad Ambra, le si contestava, tra le altre mille cose, l'eccessiva leggerezza, la superficialità. Non tenendo minimamente conto dell'età che avesse lei. E, soprattutto, di quella del suo pubblico super teen. Qui abbiamo preso, tanto per fare un esempio, un'intervista d'antan a Gianluca Grignani mentre i due giocano a bowling. Si parla di massimi sistemi? No. Lui dice che durante le giornate va a fare la spesa e lei risponde che trova questa cosa 'molto sexy'. È un'osservazione stupida? Abbastanza. Però, proprio in quel momento, chissà quante ragazzine avranno pensato lo stesso, di poter incontrare il cantante al reparto surgelati e iniziare da lì una rovente love story fatta di bacini a stampo. Ambra, semplicemente, glielo ha potuto dire in faccia. Brava o no, era la voce della sua generazione. Di cosa avrebbero dovuto parlare, poi, due ventenni (famosi o meno)? Di neuroscienze? La leggerezza, questa cosa che appartiene alla giovinezza e che oggi non esiste più perché ogni 'artista' tira fuori un dramma personale ogni cinque minuti altrimenti pare che non possa vendere dischi, è l'unico cosa che possiamo davvero rimpiangere degli anni Novanta. Almeno, riguardo a ciò che si vedeva in tv.
Non possiamo commentare i programmi che ha fatto Angiolini perché, lo ribadiamo, all'epoca non c'eravamo. Ne ricordiamo solo il percepito spaccato a metà: un'icona per il pubblico, una 'grassa' miracolata per la stampa tutta. Però il tempo con Ambra è stato gentildonna. Di ragazze sgambettanti a 'Non è la Rai' ce n'erano una marea. Sono tutte più o meno sparite, al massimo le abbiamo riviste sul bancone di 'Striscia la Notizia' finché è stato possibile, poi, ad andar bene, in qualche fetido reality show. Sabrina Impacciatore oggi è richiestissima in America e lo merita alla grande, ma in patria non le è quasi mai stato concesso il rilievo che sarebbe stato dovuto al suo talento. Lo stesso è successo ad Ambra che, dopo l'esplosione della sua carriera in giovanissima età, è sostanzialmente sparita dai radar, come non fosse mai esistita. Si è ritirata a vita privata, ha messo su famiglia con Francesco Renga portando avanti la love story 'vip' meno mediatica che il nostro bel Paese possa ricordare. Ogni tanto ricompariva in tv, facendo bene ma per pochi, come nella felice parentesi di 'Stasera Niente Mtv'. E proprio sparire è stata la sua mossa vincente. È il 2007 quando, boom, debutta al cinema nel ruolo di 'attrice impegnata' in 'Saturno Contro' di Ferzan Özpetek. E vince subito il suo primo David di Donatello. Premio a cui verrà nominata di nuovo, nel 2013. Una cosa che nessuno, a metà anni Novanta, avrebbe ritenuto possibile. Sarebbe sembrata una barzelletta.
Ambra Angiolini doveva essere la nostra Britney Spears. Una ragazzotta sprovveduta arrivata al successo troppo in fretta e senza effettivi meriti, tanto da rimanerne bruciata per sempre. Ambra si è bruciata, a fuoco lento, immaginiamo con grande sofferenza personale. E poi ha deciso di riscrivere la narrazione che di lei era stata fatta, senza mai prendere a ombrellate le macchine dei paparazzi o rasarsi la crapa a zero. Ambra, piaccia o meno, ha fottuto il sistema che voleva fotterla e che credeva di esserci riuscito. Perché quando il talento c'è, seppur giovane e immaturo, prima o poi salta fuori, si impone, diventa dato di fatto incontrovertibile. Non ci sono poi tante storie a lieto fine nel mondo dello spettacolo italiano. Quella di Ambra Angiolini, lo è. Con buona pace del 'peso' degli 'InFami', menomale che era scema.