Che si dice sulle auto elettriche? Di tutto e di più, e principalmente se ne parla male, malissimo. L’opinione su queste vetture del futuro (forse), silenziose (di sicuro) e pulite (per niente), in questi ultimi mesi sembra essere radicalmente cambiata, spostandosi ai poli opposti. E la cattivissima opinione pubblica sembra sia riuscita a far cambiare idea anche all’Unione europea. Come se non bastasse, poi, ci sono i vari studi che rivelerebbero come le Ev, in inglese electric vehicle, non sarebbero poi così ecologiche come i loro produttori, e alcuni politici, vogliono farci credere. A sostenerlo è Maurizio Belpietro in un suo articolo pubblicato su La Verità, quotidiano che lui stesso dirige, riportando i dati di una ricerca dell’Arpa, vale a dire l’agenzia regionale della Lombardia per la protezione dell’ambiente, secondo cui i motori elettrici inquinerebbero addirittura di più rispetto a quelli elettrici. Il problema, infatti, non sarebbero le emissioni che fuoriescono dalla marmitta, e il direttore ha voluto ripeterlo ancora una volta rispondendo a un lettore che lo aveva accusato di scrivere “cose prive di verità”. In poche parole, sostiene Belpietro, “a rendere irrespirabile l’aria del capoluogo (Milano, ndr) sono le particelle rilasciate dai freni e dagli pneumatici. Il che […] significa una sola cosa e cioè che le vetture con batteria non rilasciano emissioni perché prive del tubo di scappamento, ma rischiano di inquinare come e forse di più dei veicoli tradizionali”. Tutta la questione si gioca sul peso di queste quattro ruote, che “si portano appresso qualche quintale in più” come sottolineato dallo stesso Belpietro. Inoltre, sulla tematica dell’inquinamento, bisognerebbe aggiungere, come fa il giornalista, che “l’elettricità è ancora in massima parte prodotta con centrali a gas, per lo meno nel nostro Paese” e la “questione irrisolta dello smaltimento delle batterie e al danno all’ambiente che si produce estraendo i materiali che servono a costruire il pacco al litio che le fa viaggiare”. E poi c’è la questione dei parcheggi, e della sicurezza dei pedoni…
Si tratta di un dettaglio spesso inconsiderato, che MOW aveva riportato già qualche mese fa, e su cui passa la penna di Belpietro, che rivela di pensare più che altro alle conseguenze del peso massimo delle auto elettriche sulle strade e i parcheggi. E a proposito di questi ultimi, scrive il giornalista, “pensate a quelli dei centri commerciali a più piani e spesso fuori terra e immaginate che siano posteggiate un centinaio di vetture o forse più e poi fatevi una domanda: la soletta sopporterà il peso di 20 o 30 tonnellate in più?”. La tematica, come riportato su La Verità, ultimamente è diventata una preoccupazione in quei Paesi in cui le Ev hanno cominciato a espandersi sempre più, e quindi non in Italia. Ma bisogna parlare anche della questione sicurezza, e questa volta l’ambiente non c’entra proprio nulla. Secondo uno studio di una rivista britannica, parte del British medical journal, riguardo la sicurezza dei pedoni, “nel periodo dal 2013 al 2017, i tassi di incidenti per 100 milioni di miglia sono stati d 5,16 per quanto riguarda le vetture con spina, mentre per quelle classiche, a benzina o diesel, si scende a quota 2,4 […] significa continua Belpietro che sulle strade urbane i pedoni hanno un rischio di essere investiti da auto elettriche che è maggiore tre volte rispetto a quello di essere travolti da veicoli a motore endotermico”. La causa, secondo il giornalista, è da affibbiare al fatto che “il rumore delle vie in città copre quello dell’auto elettrica in arrivo e dunque il pedone che attraversa la strada rischia di non accorgersi”. Una ricerca simile è stata condotta anche dalla Us National Highway Transportation Safety Agency, il risultato? “Le vetture a batteria rappresentano un pericolo per i pedoni calcolato nel 35 per cento in più rispetto a quelle a motore”. In poche parole, conclude Belpietro, “la macchina elettrica è bella, scattante e silenziosa: ma, come certi vaccini, provoca qualche effetto collaterale e nasconderlo non è una buona cosa”.