Ma dove nascono veramente le auto elettriche? La risposta potrebbe essere spiazzante, soprattutto per coloro che hanno sposato l’ideologia ambientalista della mobilità. Infatti, queste automobili non prendono vita nelle fabbriche e nei più moderni stabilimenti (tipo la Gigafactory di Tesla) sparsi in mezzo mondo, ma bensì in delle miniere che per la maggior parte sono situate in Africa. Si tratta operazioni di estrazione che non sembrano rispettare appieno i canoni del green; in questo caso, però, non è tanto l’aria a essere minacciata, quanto le scimmie. Secondo quanto rivelato dalla testata Newscientist, il continente africano ospita circa un sesto delle foreste presenti attualmente nel mondo, in cui vivono quattro specie di scimmie: scimpanzé, bonobo e due tipologie differenti di gorilla. In questi stessi luoghi, per la maggior parte sparsi tra gli Stati del Ghana, Gabon e Uganda, è inoltre presente più del 50% delle riserve mondiali di cobalto e manganese e il 22% di grafite. Si tratta, come sottolinea accuratamente il sito nel suo report, degli stessi materiali utilizzati nella produzione di batterie agli ioni di litio, che alimentano i veicoli elettrici, e per altre tecnologie verdi, come l’idrogeno, le turbine eoliche e i pannelli solari. Ne consegue uno sfruttamento, a volte selvaggio, del territorio che porta a delle serie conseguenze sulla fauna locale. Tant’è che, secondo quanto rivelato da Newscientist, in questo momento “più di un terzo delle grandi scimmie che vivono in Africa sono minacciate dalla crescente domanda di minerali”...
I dati raccolti dalla testata scientifica provengono da una ricerca svolta da Jessica Junker di Re:wild, un’associazione no-profit con sede a Austin (Texas, Usa), in cui sono stati presi in esame ben diciassette Paesi africani in cui sono operativi sedi operative e siti minerari in relazione alla densità e distribuzione delle popolazioni di scimmie delle zone. Nello specifico, è stata tracciata una “zona cuscinetto” di 50 chilometri intorno ai siti minerari con l’obiettivo di studiare gli impatti diretti sulle scimmie derivanti dall’inquinamento acustico, la perdita di habitat e la diffusione di malattie, oltre che gli impatti indiretti come la costruzione di nuove strade e di infrastrutture. Da queste analisi, dunque, è stato evidenziato che circa 180.000 scimmie, ovvero oltre un terzo dell’intera popolazione continentale, rischia di essere minacciata dalle attività minerarie; addirittura in Guinea, secondo quanto riportato sempre da Newscientist, a rischiare sarebbe l’83% della popolazione. Per cercare di risolvere una tale situazione, Junker ha proposto di concentrarci “sull’enorme potenziale nel riutilizzo dei metalli” piuttosto che nell’estrazione mineraria. E la domanda sorge spontanea: ma le auto elettriche non dovevano salvare il pianeta?