Ma davvero è tutto deciso per il 2035? La data è quella scelta dall’Unione europea per il passaggio definitivo a una mobilità full electric. Da quel momento, dunque, tutte le auto e gli altri mezzi di trasporto dovranno, o perlomeno dovrebbero, essere dotati di un motore elettrico a emissioni zero. Eppure i grandi dubbi delle ultime settimane, e non solo, sembrerebbero ambire a una posticipazione di questo limite, o addirittura a una sua totale cancellazione. Ad analizzare il contesto attuale è il direttore del periodico Quattroruote Gian Luca Pellegrini, che sembra avere una visione piuttosto realista del sogno green, questa raccontata al giornalista del quotidiano La Verità Fabio Dragoni. L’intervista, dunque, comincia con una sorta di comparazione tra la situazione economica dei produttori automobilisti e dei rivenditori di auto. E sembrerebbe che i primi stiano vivendo (paradossalmente) un periodo molto positivo visto che “le case - spiega Pellegrini - hanno iniziato a vendere meno macchine ad un prezzo molto più alto con un positivo effetto sui bilanci. Le case sono ricche in questo momento”, mentre per quanto riguarda i concessionari “storicamente la filiera ha guadagnato più dei costruttori ma non ora”. Ma le domande di Dragoni vertono presto sul tema dell’elettrico…
Il direttore della rivista motoristica italiana mette subito in dubbio la futura transizione elettrica del parco auto europeo. “La mia previsione - dice Pellegrini -, abbastanza condivisa dagli analisti ma anche dagli stessi costruttori, è che da adesso si iniziano a capire tutte le implicazioni negative […] di questa transizione studiata male. Che la politica ha tranquillamente ignorato”. In poche parole, secondo il giornalista “il processo di elettrificazione rimarrà anche se diluito nei tempi e nei modi - ma - non ci sarà il taglio netto della produzione dal 2035”. I problemi di questo settori sono i soliti che vengono puntualmente citati: dai prezzi d’acquisto troppo alti alla mancanza di incentivi; in più, sottolinea il direttore, “vedo proprio un rifiuto culturale degli italiani verso la mobilità elettrica. E non è giustificato solo dal prezzo”. Inoltre, secondo Pellegrini “l’Europa ha imposto qualcosa che non poteva imporre…”, e questa situazione potrebbe diventare presto un assist per le aziende asiatiche. Infatti “giapponesi e coreani, per cui l’Europa rappresenta fra il 5 e il 7% del fatturato, offrono tutte le possibilità. […] Ovunque in tutto il mondo - continua il direttore di Quattroruote - saranno avvantaggiati perché hanno un’impronta globale a differenza dei costruttori europei che sono stati obbligati a scegliere l’elettrico. Il 2035 è una scadenza solo europea. I cinesi mica lo hanno fatto. Mica sono scemi”. Il risultato? “Il traguardo del 2035 salterà e a quel punto giapponesi e coreani batteranno le aziende Ue”.