A Elon Musk la visione di una delle sue Tesla, nello specifico una Model 3 dalla livrea blu, schiacciata da un’immensa scultura potrebbe magari sembrare una sorta di effetto indesiderato dovuto al consumo di ketamina, di cui egli stesso ha dichiarato di far uso “nell’interesse dei miei investitori”. Ma no, questa volta non si tratta di alcuna allucinazione. Lo scultore messicano Chavis Mármol, infatti, ha voluto lanciare una critica sociale nei confronti della stessa azienda automobilistica americana, che proprio in Messico ha intenzione di dare vita a una nuova e mastodontica Gigafactory, e soprattutto al suo fondatore e proprietario, che viene ora ribattezzato “Elon Mollusk”, in chiave satirica. E allora ecco che uno dei modelli più acquistati del brand, la berlina di punta della sua proposta, giace completamente distrutto sotto uno dei simboli più caratteristici dell’antica cultura messicana, e cioè una gigantesca testa olmeca realizzata in pietra da Mármol dal peso di circa nove tonnellate. Si tratta di una riproduzione che prende spunto dalle classiche opere monumentali messicane che risalgono circa al 900 a.C., queste risalenti alla civiltà olmeca dell’antica Mesoamerica. L’arte (e la storia) diventa così una critica sociale: “Non volevo solo schiacciare una macchina costosa. “So che ci sono auto più costose - ha affermato l’artista - (volevo) schiacciare un oggetto che rappresenta una figura sinistra come Elon ‘Mollusk’” (fonte Hyperallergic)
La distruzione della Tesla Model 3 blu, schiacciata dalla testa olmeca in pietra cava, si è trasformata in una vera e propria performance artistica che ha chiuso la serie intitolata “Neo-Tameme” di Mármol; una serie che comprendeva la riproduzione di varie sculture della tradizione latina e di oggetti contemporanei. L’artista ha rivelato, inoltre, che né Tesla e né tantomeno Elon Musk hanno commentato pubblicamente (o in privato) in alcun modo l’opera in questione. A questo proposito Mármol ha detto che “dubito che a loro interessi ciò che fa o dice un artista messicano”. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Ansa, la scultura che schiaccia l’auto elettrica “simboleggia la vittoria della cultura madre sulla tecnologia”.