Alcuni automobilisti americani puntano il dito contro Ferrari, per dei presunti malfunzionamenti nelle sue supercar, e portano la questione in tribunale. A San Diego, infatti, è stata depositata una class action nei confronti dell’azienda italiana (nella sua "incarnazione" d'oltreoceano), accusata di aver omesso alcuni difetti nell’impianto frenante di determinati modelli. Per la precisione, si parla delle Ferrari 458 (prodotta dal 2009 al 2015) e 488 (2015-2019) con motore V8, adesso giudicate poco sicure dall’altra parte dell’oceano. A guidare questa class action è Iliya Nechev, cittadino della California, che per primo ha evidenziato alcuni problemi ai freni della sua supercar italiana. Nechev nel 2020 ha acquistato una Ferrari 458 Italia del 2010, e ha affermato di essere “andato vicino a un incidente più volte” a causa dei malfunzionamenti dei freni dell’auto, via Reuters. Inoltre, l’automobilista ha anche dichiarato di aver portato la sua 458 presso il concessionario in cui l’aveva acquistata, per lamentarsi del difetto. Alla fine però, stando alle sue dichiarazioni, gli è stato riferito che il comportamento dei freni era “normale” e che avrebbe dovuto “abituarsi” al loro funzionamento. Ma cosa rischia adesso il Cavallino?
Il problema dell’impianto frenante di queste vetture, come riportato da Reuters, riguarda la perdita del liquido freni. Questa sarebbe dovuta da un difetto ai tappi del serbatoio del liquido in questione, che avrebbe come conseguenza una perdita parziale o totale della capacità di frenata dell’auto. Secondo i legali di Nechev, Ferrari sarebbe stata al corrente di questa problematica, e quindi, rivela Road & Track, “era legalmente obbligata a rivelare il difetto dei freni come un noto difetto di sicurezza, ma non lo ha fatto”. Inoltre, tra il 2021 e il 2022 Ferrari ha richiamato quasi 10.000 veicoli (dato di Road & Track) proprio a causa dei problemi ai freni. L’azienda di Maranello ha rilasciato una nota in cui ha dichiarato che “la sicurezza e il benessere dei nostri clienti sono la nostra massima priorità. Operiamo secondo rigorose linee guida di sicurezza e protezione per garantire che i nostri veicoli rispettino sempre le specifiche di omologazione”. La class action depositata al tribunale di San Diego, però, non riguarda solamente Ferrari ma anche Bosch, ovvero il fornitore tedesco dei presunti pezzi difettosi; l’azienda non ha voluto rilasciare dichiarazioni.