Di auto nella sua lunga carriera di giornalista e conduttore tv (tra Top Gear e The Grand Tour) Jeremy Clarkson ne ha provate tante, ma nessuna come la Ferrari Purosangue. L’ultimo gioiello del Cavallino di Maranello si distingue per la sua immagine sicuramente alternativa, rispetto ovviamente alle vetture passate della casa italiana. Si tratta di un Suv, anche se la Rossa non ha mai avuto alcuna intenzione di usare questo acronimo, meglio allora: sportiva a ruote alte. Ed è proprio questa sportiva a ruote alte che ha fatto innamorare Jezza, anche se per la pronuncia dell’italiano è rimandato a settembre. Jeremy, quindi, è salito sulla Purosangue con l’obiettivo di provare la supercar per The Sunday Times, ma più che una recensione l’articolo di Clarkson a tratti assume fattezze di una sorta di lettera d’amore per l’auto italiana, con qualche excursus storico. In fin dei conti, scrive il giornalista, “la maggior parte delle persone immagina che la Ferrari abbia forgiato la sua reputazione in pista. La stessa Ferrari ne è certamente convinta. Ma non sono sicuro che sia stato così. La Mercedes corre da molti anni - sottolinea Jeremy -. Lo stesso ha fatto la Renault. Poi ci sono Toyota, Ford e Jaguar, che gestivano anche squadre da corsa, e nessuno di questi marchi è pensato nello stesso modo in cui pensiamo alla Ferrari. Ciò significa che la reputazione deve provenire da qualche altra parte”. Insomma, secondo Clarkson la fama della Rossa emiliana proviene soprattutto da un gruppo di ragazzi francesi conosciuti come i “Cavalieri Bianchi”, che all’inizio degli anni ‘60 “hanno inventato il jet set”. Ma Jeremy non stava guidando la Purosangue?
E allora torniamo alla guida, perché quanto scritto finora da Jeremy non era altro che un incipit che “mi porta - continua Clarkson - all’ultimo modello dell’azienda, che ha un nome impronunciabile. La Pocahontas? La Prurient? Qualcosa del genere. Comunque sia, è un Suv a quattro posti, comfort-matic e la prima domanda è questa: perché la Ferrari, produttore di auto sportive, auto Gt e supercar, dovrebbe decidere di fare una cosa del genere? Non è un po’ come Jimmy Choo che produce uno stivale Wellington?”. In fin dei conti Ferrari ha spiazzato un po’ tutti con questo modello, ma la ragion è semplice: “I soldi”, sottolinea sempre Jezza. “Gli addetti alle vendite e al marketing della Ferrari - continua - hanno notato che quasi tutti i loro clienti più affezionati, quelli che hanno sei o sette Gto in garage e due Superfast in arrivo, di solito avevano anche un Suv Bentley, da usare quando pioveva o tirava vento. Così hanno deciso di [...] realizzare un Suv tipo Bentley, ma con un cavallino rampante sul cofano”. E a quanto pare il progetto è andato a buon fine, tant’è che l’ad Benedetto Vigna ha detto in una vecchia dichiarazione che “non ci aspettavamo un successo così travolgente. Siamo stati costretti ad interrompere le ordinazioni” (fonte Il Giornale). Jeremy Clarkson elogia il design e la tecnica, sottolineando la presenza del “colossale” motore V12 da 6,5 litri e 715 Cv di potenza. E infine afferma che “La Perrywinkle (Purosangue, ndr) è assolutamente geniale. Veloce, comoda, tecnologicamente avanzata, estremamente bella, sensata, pratica e, ehm, piuttosto costosa”.