Il termine english humor è stato coniato proprio per descrivere quella tipica ironia britannica, così lontana dalla nostra, che in un modo o nell’altro, però, riesce sempre ad attirarci. Ecco, uno che ha fatto di questa ironia un vero marchio di fabbrica è sicuramente Jeremy Clarkson diventato, anche grazie a essa, uno dei volti più amati del piccolo schermo inglese, da Top Gear a The Grand Tour, passando anche per Chi vuol essere milionario? e La fattoria di Clarkson, ma non trascurando nemmeno i suoi editoriali, pubblicati sui maggiori quotidiani d’oltremanica. E non importa di quale tema si stia trattando, quando si legge un articolo a firma di Jezza, questo il suo nomignolo, si è sicuri che quelle parole ci strapperanno un sorriso, o perlomeno una smorfia di soddisfazione. E così, anche il racconto della sua esperienza al Gran Premio del Bahrein, che ha di fatto aperto la nuova stagione di Formula 1, è da crepapelle. L’articolo è apparso sul The Sun, giornale per cui Clarkson settimanalmente scrive una lunga serie di opinioni riguardo i vari temi dell’attualità. In questo caso il giornalista, quindi, è partito dalla politica, interna e non visto che ha parlato anche dell’Italia e della “donna melone che vieta i barconi” e dell’Argentina e di “quel pazzo armato di motosega”. E poi ha parlato anche dei problemi del suo nuovo iPhone, della colazione con pane integrale e formaggio, che “ti fa sembrare tedesco”, della volontà della Bbc di attirare “telespettatori della classe operaia”, e di una Jaguar elettrica che viaggiava a 160 km/h e che non riusciva più a fermarsi, “fortunatamente - scrive Jeremy - non ho una Jaguar elettrica. La mia ha il motore a benzina Quindi, se un giorno decidesse di accelerare, posso risolvere il problema semplicemente spegnendola”. Ma sì, il punto più interessante è sicuramente la sua serata da protagonista al Bahrein International Circuit, quando, un po’ brillo ha dovuto sventolare la bandiera a scacchi. Tanto, “cos’è che poteva andare storto?”.
“Sono andato alla gara di Formula 1 in Bahrein lo scorso fine settimana e uno degli organizzatori che mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto sventolare la bandiera a scacchi alla fine. Visto che in città erano presenti anche Neymar e Kevin Hart - sottolinea Clarkson -, ero estremamente lusingato, quindi - continua - anche se avevo bevuto qualche birra e forse anche un po’ di vino, ho deciso di dire ‘sì’”. Comincia così il grande momento di Jezza in F1. Quindi, “con una dozzina di giri alla fine ho abbandonato il mio posto e mi sono diretto alla postazione della bandiera dalla parte opposta. Niente di grave - scrive Jeremy - avevo ancora molto tempo, almeno se fossi riuscito a camminare dritto. Per fortuna sono riuscito ad arrivare alla pit lane mentre Max Verstappen cominciava il suo ultimo giro. [...] - Quindi continua Clarkson - ho preso il controllo della bandiera, aspettando che Max apparisse all’ultima curva. Ma era buio - sottolinea - e il tempo di pensare ‘ma quella è una Red Bull?’ la macchina mi è sfrecciata davanti, e ho realizzato: ‘Oh merda, quella era una Red Bull’. Quindi ho iniziato a sventolare più freneticamente che potevo, quando ho realizzato che in realtà non si trattava di una Red Bull”. Così, Jeremy si è perso la vittoria di Verstappen, vittoria che gli è stata comunicata successivamente. Ma chi era il pilota che ha visto la bandiera a scacchi sventolare al suo arrivo? “Ho controllato i filmati - termina Jezza - e penso che sia stato Lance Stroll (arrivato decimo, ndr)”.