Questi sono giorni di rivolte e di disordini in nord Europa, soprattutto a causa delle proteste degli agricoltori. Ma a quanto pare, secondo la cinica visione di Jeremy Clarkson, giornalista e volto noto della tv britannica (iconico conduttore di Top Gear), è l’intero vecchio continente a versare in cattive condizioni, a causa della sinistra e delle sue “attiviste dai capelli rosa”, ma andiamo con ordine… Nell’editoriale settimanale a firma di Clarkson pubblicato sul quotidiano inglese The Sunday Times, il conduttore di La Fattoria di Clarkson e The Grand Tour ha deciso di passare l’attualità europea sotto la propria personalissima lente, offrendone una descrizione a dir poco desolante, e non priva della sua solita ironia. Tutto parte da un presupposto, piuttosto banale anche, cioè che “ogni governo sa che il cibo non deve essere troppo costoso”, in alternativa occorrerebbe prepararsi a “un’apocalisse zombie”. E forse, secondo Jeremy, anche per questa ragione “un barattolo di fagioli Heinz costa solo 1,40 sterline”. Fantastico, no? A quanto pare non per l’icona dei motori in televisione, che si chiede: “ma un supermercato come può venderti 425 grammi di cibo a così poco?”. In fin dei conti in un solo barattolo “hai tutti i pomodori necessari per fare la salsa, gli estratti di erbe, il sale, la maizena e l’aceto”, e nel conto finale bisogna aggiungere anche “la latta e l’etichettatura. E i camion per trasportare tutti gli ingredienti allo stabilimento Heinz di Wigan, e i centri di distribuzione e il profitto dei rivenditori”. Quindi “quanto di quelle 1,40 sterline sono rimasti per pagare l’agricoltore?” Risposta: “Un bel niente”. Stesso discorso, sempre secondo Clarkson, è possibile farlo anche con McDonald’s, che ha “i conti del personale, quelli del riscaldamento e illuminazione, e una logistica più grande di quella della marina militare americana. E quindi, quanto di quei quattro dollari che servono per comprare un Big Mac arrivano all’agricoltore che ha allevato la mucca e coltivato le patate e i pomodori, e qualunque cosa McDonald’s mette in quella deliziosa salsa?”. Risposta scontata anche per questa domanda: “Non molto”. Ed è anche per questa ragione, scrive ancora Clarkson, che “i governi da sempre hanno concesso sussidi agli agricoltori e carburante a prezzo ridotto, e così via”. Una sorta di risarcimento quindi, soltanto che adesso “il movimento green ha annunciato che produrre cibo è dannoso per l’atmosfera, e che dobbiamo fermarci”. E visto che i politici moderni sono diventati “schiavi di questi stupidi gruppi di sinistra”, come li ha descritti lo stesso Jeremy, questi hanno annuito, e hanno deciso così di tagliare tutti i sussidi. Ed è proprio qui, sempre secondo il giornalista inglese, che cominciano molti dei problemi dell’Europa moderna.
Dunque, gli stati non aiutano più gli agricoltori, e questi ultimi si ribellano. Questa volta a scendere in piazza per primi non sono stati i contadini francesi, “bravissimi nel sostenere le proprie battaglie con lo spandiletame e le pecore in fiamme”, ma quelli belgi, che “non erano tanto bravi a cantare”, e poi ancora gli olandesi, che hanno avuto anche un discreto successo visto che “alle elezioni dello scorso anno un partito pro-agricoltori messo in piedi frettolosamente ha vinto una fetta della torta elettorale più grande rispetto a quella del primo ministro”, come sottolineato da Clarkson. Ma sicuramente, le proteste più calde sono quelle che in questi giorni stanno mettendo a ferro e a fuoco le piazze in Germania, dove il governo ha deciso di alzare i prezzi del diesel per gli agricoltori (facendoglielo pagare come a qualsiasi altro cittadino), e allora questi sono “saliti Sui Fendt (marca di trattori, ndr) e hanno messo in ginocchio il Paese. Sventolando striscioni con la scritta ‘Niente birra senza agricoltori’”. Insomma, commenta ancora Clarkson, “hanno bloccato Berlino meglio di quanto avessero fatto i russi”. “Per la prima volta tifo per i tedeschi - dice Jeremy -. Vai Fritz, vai”, anche se qui sorge un problema. “Temo che ci siano delle forze sinistre, e che le arti oscure vengano mobilitate per assicurarsi che (contadini, ndr) perdano”, una previsione disfattista quella di Jeremy, sostenuta dal fatto che questi agricoltori ora vengono “etichettati come degli Hitler su un trattore”, e che secondo i media (“dalla Bbc al The Guardian”) queste rivolte non sono altro che una “cortina fumogena per l’estrema destra”, con “un sacco di strani ragazzi con camicie brune e pugnali, e dei capelli sistemati in modo molto sospetto”. Stesse scene viste anche in Olanda, anche se “è difficile vedere il signor Van Der Valk nei panni di un nazista armato di Schmeisser”. Ed è qui che l’attenzione di Jeremy Clarkson si sposta in modo netto sulla politica, anche quella italiana. Infatti, “sta succedendo la stessa cosa in Italia - scrive il giornalista -. Quella donna melone (Giorgia Meloni, evidentemente, ndr) che è diventata primo ministro ha parlato recentemente del bisogno di limitare l’immigrazione, e all’improvviso per le strade le attiviste con i capelli rosa hanno detto che si tratta della nuova Mussolini”. Stesso discorso in America con Trump, definito “un po’ strano” da Clarkson, e in Inghilterra, dove Suella Braverman “ha cercato di fermare una marcia pro Hamas, ed è stata accusata di estrema destra”, una sorta di “nuovo distintivo” distribuito dalla sinistra. Comunque sia, per Jeremy bisogna tenere d’occhio la situazione in Germania. Insomma, “non hanno più accesso al petrolio e al gas russo a buon mercato. La loro industria automobilistica viene spazzata via dai cinesi. Hanno perso la Merkel e ora, a quanto pare, hanno informatori comunisti che sostengono che l’uomo con un campo di rape ai margini del villaggio è in realtà Josef Mengele. Tutto ciò - conclude Clarkson - è un po’ preoccupante”.