Enzo Ferrari diceva che la velocità è figlia, prima di tutto, della leggerezza. E rispondeva agli enormi e pesanti motori americani con pesi più contenuti e maggiore agilità. Da sempre, quindi, chi vive di corse ha una particolare attenzione per il peso. E nelle moto vale anche per i piloti, non solo per i mezzi. Solo che nella MotoGP moderna anche qualche chilo può fare la differenza. Ecco perché le diete e l’attività fisica sono diventate parte fondamentale della preparazione dei piloti, con la situazione che ultimamente, però, sta anche un po’ sfuggendo di mano.
Aron Canet, in passato, ha raccontato che la sua ossessione per il peso contenuto s’è trasformata in un disturbo alimentare che probabilmente ha condizionato per sempre la sua carriera. Per carità, si tratta di un caso isolato e non è la regola, ma quanto riferito recentemente in conferenza stampa da Maverick Vinales e Aleix Espargarò alla vigilia del GP del Qatar può essere affrontato scherzosamente – come hanno fatto loro e anche noi con il titolo di questo articolo – oppure con un serio e legittimo interrogativo: ci stiamo spingendo troppo oltre?
Perché quella cosa che inizia per “F”, ha quattro lettere e non abbandona mai i piloti è la “fame”. Lo ha detto senza girarci troppo intorno proprio Aleix Espargarò: “Sono anni che vivo con il senso di fame. Non posso prendere peso, devo restare magro per ottenere il massimo delle performance e, quindi, sto molto molto attento con il cibo. Sono alto quasi 180cm e peso 65 kg, più di così non posso scendere”. Un kg in più del suo compagno di squadra Maverick Vinales che, tra il serio e il faceto, ha affermato: “In questi mesi ho fatto molta attenzione alla dieta: ora peso 64 kg, credo di essere tra i piloti più leggeri di tutta la MotoGP e magari questo mi permetterà di essere anche più veloce”. Sulla questione è in qualche modo intervenuto anche Luca Marini, con il nuovo pilota del Team Repsol Honda che ieri ha pubblicato una storia su Instagram in cui dice di aver perso durante la pausa invernale. “Due chilogrammi in meno – ha scritto Marini nella storia con una foto scattata in palestra – per una minore usura degli pneumatici, ma più forza”.
Segno, quindi, che adesso anche pochissimi kg possono realmente incidere sulla performance dei piloti in pista, ma con il rischio, come accaduto a Canet e anche a molti protagonisti di altri sport, che si arrivi all’esasperazione. E’ qualcosa da evitare assolutamente e viene quasi da sperare che le nuove regole che saranno introdotte dal 2027 per limitare in qualche modo l’evoluzione dei nuovi prototipi possa servire anche a scongiurare una deriva pericolosa per quei ragazzi che si affacciano al motorsport.