Di titoli mondiali ne ha vinti quindici e alla vigilia della stagione numero 75 c’era solo un numero da comporre: quello di Giacomo Agostini. Perché la fetta più grossa di una storia pazzesca l’ha scritta lui e perché, anche se il tempo passa per tutti, non esiste voce più autorevole quando c’è da dire qualcosa sulle corse in moto e su un nuovo titolo da giocarsi in pista. E lui, come al solito, ha scelto di aprire il gas, quasi in un rito d’apertura delle danze, nonostante i mille impegni. Nonostante il telefono che in questi giorni squilla in continuazione. “A me fa piacere – ha detto – significa che quello che ho fatto nel motorsport è rimasto, al di là di tutto ciò che è cambiato”.
A non cambiare c’è anche una convinzione: il favorito è sempre il campione del mondo! Oppure questa volta sarà diverso?
No che non sarà diverso. Il favorito, lo dico sempre, è il campione del mondo uscente. A maggior ragione quando non ha cambiato niente e Pecco Bagnaia ha la stessa moto, la stessa squadra, gli stessi uomini. Con quei colori ha vinto gli ultimi due titoli, come si fa a dire che non sarà lui il favorito? Poi, per carità, nelle corse può succedere tutto, ma, se mi chiedi un pronostico, io ti rispondo Pecco Bagnaia. Anche perché più passa il tempo e più lo vedo crescere.
Non c’è il pericolo della così detta sindrome da appagamento?
E allora io che avrei dovuto fare? Ho vinto quindici titoli mondiali e ne ho voluto ognuno con più fame di quello prima. In molti parlano di questa sindrome da appagamento, ma io non so cosa sia. E dubito pure che possa esistere davvero. Di sicuro è qualcosa che non riguarda Pecco Bagnaia: sono certo che vuole il terzo di fila più di quanto ha voluto gli altri due.
Per battere Marc Marquez adesso che ha la stessa moto?
Ma no, gli avversari non c’entrano niente e meno che mai, secondo me, c’entra il fatto che Marc Marquez ha una Ducati. Certe rivalità sono un po’ una costruzione di voi che fate informazione, per un pilota un avversario vale l’altro: vuoi batterli tutti, a prescindere dal nome che hanno e da quello che hanno vinto. Marc Marquez era in pista anche l’anno scorso, anche se con una moto sicuramente non competitiva, ma di certo non sarà il fatto che adesso ha una Ducati a rendere maggiori le motivazioni di Pecco. La vera motivazione di Pecco è battere Pecco, perché quando vinci mica ti basta mai. Ne vuoi ancora e ancora.
Chi potrà impensierirlo?
Penso che Jorge Martin avrà una fame incredibile. L’anno scorso gli è arrivato a un passo, ha la sua stessa moto e può contare su un team che vuole sfatare il mito secondo cui una squadra privata non può vincere contro una ufficiale. Magari vi aspettate un pronostico fuori dagli schemi da Giacomo Agostini, ma la verità è che se devo fare una terna farei la stessa che è uscita dai test invernali: Bagnaia, Martin e Bastianini. Poi se dovessero venire fuori altre sorprese non mi dispiacerebbe di certo.
Quindi Enea Bastianini sarà della partita secondo Giacomo Agostini?
Questo è quello che hanno detto i test. Nella passata stagione è stato molto sfortunato, quindi non è con il 2023 che possiamo misurarlo. Nei test s’è visto che ha avuto da subito un ottimo feeling con la nuova Desmosedici e credo che il volersi garantire ancora la Ducati ufficiale possa rappresentare per lui una spinta in più. Martin e Bastianini, nel mio pronostico, sono quelli che più potranno impensierire Pecco.
Outsider non ne vedi?
Al momento no, ma vediamo cosa dirà il primo GP di stagione in Qatar anche se penso che i veri valori in campo li misureremo con le prime gare in Europa. Di sicuro anche gli altri piloti italiani saranno competitivi e questo è molto bello: Bezzecchi, Di Giannantonio, Morbidelli sono ottimi piloti, così come lo è anche Luca Marini, anche se forse avrà una moto meno competitiva rispetto agli altri che invece guideranno tutti una Ducati.
E Marc Marquez?
Uno che ha vinto otto titoli mondiali lo metti tra i cinque favoriti perché è doveroso farlo. Sicuramente potrà vincere delle gare e non ho dubbi sul fatto che nei test possa essersi nascosto un po’. Il talento di Marquez non si discute, ma tanti anni di sofferenze, anche fisiche, sono un po’ un’incognita. Vediamo. Di certo è uno da tenere d’occhio.
Come giudichi la sua scelta di lasciare la Honda per una Ducati non ufficiale?
Al di là dei nomi dei marchi, quando le cose non vanno è bene cambiare. Un pilota corre per vincere e se senti che con una moto non riesci a vincere devi guardarti intorno.
In molti dicono che quello di Marc Marquez nel Team Gresini sarà solo un passaggio e che nel 2025 cambierà di nuovo colori…
L’ambizione di ogni pilota è correre per una squadra ufficiale. Quindi, se stiamo a questo, è probabile che Marquez punti a altro, magari proprio al team ufficiale Ducati. Però è vero pure che lì s’è generata una situazione molto particolare: due fratelli che corrono per una squadra che ha un taglio di famiglia più che di azienda. Quindi potrebbe pure nascere una storia duratura e di successi. Bisognerà capire come andranno le cose già dalle prime gare e che tipo di proposte Marquez riceverà anche sulla base dei risultati che riuscirà a portare a casa. C’è da aspettare la pista, anche perché dicono che la Desmosedici 2023 è molto diversa dalla 2024. Sembra che Ducati sia riuscita a fare un ulteriore step in avanti.
Sia Bastianini, che l’ha avuta nella passata stagione, sia Bezzecchi, che l’ha appena conosciuta, dicono che la Desmosedici 2023 non è una moto così facile come Pecco Bagnaia l’ha fatta sembrare…
Ecco, vedi? Il feeling con la moto conta moltissimo, quindi bisognerà capire, dopo tanti anni di Honda, come si troverà Marquez con la Ducati e nello specifico con la Desmosedici 2023.
Più in generale, però, Marc Marquez ha già detto di non trovarsi del tutto bene con queste MotoGP…
Su questo posso solo concordare. Cosa penso su aerodinamica e elettronica esasperate l’ho già detto in ogni occasione pubblica. Vorrei rivedere corse in cui i protagonisti assoluti siano i piloti. Un ritorno alle moto vere è auspicabile, ma mi sembra di capire che già nel 2027 cambieranno molte cose. L’essenza delle corse sono i duelli, i corpo a corpo, le bagarre anche serrate e un po’ al limite: moto che non permettono nemmeno di avvicinarsi per via di scie e cose così rischiano di rovinare un po’ tutto. Mi piacciono molto le Sprint proprio perché non c’è risparmio
Quindi la nuova formula voluta da Dorna ti piace?
Mi piace, anche se forse i piloti hanno ragione quando sostengono che le Sprint andrebbero limitate solo a qualche GP. Però, da un punto di vista dello spettacolo, le Sprint sono più simili alle gare di una volta, quando si dava tutto. Nel normale GP, invece, oggi c’è una tendenza a conservare, proprio perché elettronica e aerodinamica mettono un po’ in crisi, soprattutto le gomme, e quindi i piloti non possono dare tutto dal primo all’ultimo giro. C’è sempre un margine di risparmio per non rischiare di restare a piedi prima della bandiera a scacchi.
A proposito di futuro: s’è parlato tanto di un possibile ritorno di MV nel Motomondiale, credi che la prospettiva sia ancora possibile?
Non lo è stata quest’anno, ma non è detto che non lo sarà nell’immediato futuro. Di sicuro, come ho già avuto modo di dire, a me piacerebbe moltissimo rivedere il marchio MV Agusta nel mondiale. Ma a una condizione
E quale sarebbe?
Che non arrivi per essere “esima” come si dice in gergo. MV Agusta ha la vittoria nel dna, quindi se ci sarà un ritorno dovrà essere con tutti i criteri di chi arriva per vincere e sin da subito. Poi, per carità, è vero che a vincere è sempre uno solo, ma giocarsela con i primi è un dovere se hai quel nome.
Per giocarsela con i primi, però, servono anche i piloti. Nei sogni di Agostini chi dovrebbe guidare la MV Agusta nel caso di un ritorno in MotoGP?
Cosa vuoi che ti risponda? Dovrebbe guidarla chi vince. Quindi, prestandomi al gioco, ti direi che mi piacerebbe una squadra con Pecco Bagnaia, che è quello che ha vinto più di recente, e Marc Marquez, che è quello che ha vinto di più tra i piloti in attività.
Lasciando il futuro e tornando sul presente, invece, vedi marchi diversi da Ducati?
Per il momento no, ma aspettiamo la pista e le gare vere. Penso che Aprilia e KTM abbiano fatto un buon lavoro. Yamaha e Honda sono un pochino indietro, ma con le concessioni potrebbero colmare il gap in tempi piuttosto rapidi. Per adesso, però, lassù c’è la Ducati fino a prova contraria.