La notizia è di ieri: Franco Morbidelli sarà regolarmente al via del GP del Qatar, primo atto della MotoGP 2024. Il pilota del Team Pramac era l’unico in forse per il debutto della nuova stagione, dopo il brutto volo di Portimao e il coagulo che lo ha costretto a restare già dalla moto sia nei test di Sepang che in quelli di Losail. Con il 21 regolarmente in griglia, quindi, tutte le squadre saranno al completo e quella del prossimo fine settimana potrebbe essere l’ultima occasione per rivedere tutti i piloti titolari regolarmente al via.
Messa così può suonare male davvero. Ma è quello che è, visti i precedenti. Perché da quando sono state introdotte le Sprint non è praticamente mai successo, nel 2023, che tutti fossero alla partenza, tra infortuni vari e assenze dell’ultimo minuto. L’anno scorso la MotoGP è partita da Portimao e solo nella Sprint del sabato c’erano tutti. E per pochissime curve, visto l’incidente che coinvolse Enea Bastianini e Luca Marini e il conseguente forfait del pilota Ducati. Da lì non c’è mai stata una gara senza sostituti in pista o con team costretti a correre con una sola moto. Tanto che all’inizio della passata stagione ci si era già chiesti se l’introduzione delle Sprint fosse stata o meno una buona idea.
Un tema, questo, che resta comunque caldo, visto che il raddoppio delle gare ha inevitabilmente portato al record di infortuni, che si è poi tradotto con un record di assenze: 16% nel corso di tutto il 2023. Quest’anno non sarà diverso, anche se i piloti hanno un anno in più di esperienza con la nuova formula dei fine settimana di gara e la revisione dei turni di prova ha permesso di consentirgli un lavoro migliore sin dal venerdì per prendere le misure con circuiti e setting adeguati. Sembra, tra l’altro, che anche le nuove coperture studiate da Michelin dovrebbero garantire una maggiore affidabilità, ma è chiaro che sarà la pista a stabilire se gli accorgimenti presi serviranno davvero a non far trovare più i team nelle condizioni in cui si sono trovati nel 2023.
Le squadre, in ogni caso, nel frattempo sono corse ai ripari. Oltre a Ducati e Honda, con i tester Pirro e Bradl che sono, di fatto, piloti titolari aggiunti, in molti stanno valutando l’ipotesi di garantirsi il così detto “pilota di riserva”. Un’idea, questa, che piace anche ai piloti stessi e che è stata più volte caldeggiata anche da grandi ex, che troverebbero in questo ruolo la possibilità di allungare un po’ la carriera.