Sono, e saranno, due figure catalizzanti dell’attualità politica ed economica (e industriale) d’oltreoceano, l’unico problema? Sono come cane e gatto. Donald Trump ha confermato di aver incontrato di recente Elon Musk per chiedere un sostegno alla sua corsa per le prossime presidenziali. L’incontro, secondo quanto rivelato da Autoblog, sarebbe avvenuto a Palm Beach in Florida, e si sarebbe concluso con un secco no da parte del papà di Tesla, X e Space X; che in seguito ha dichiarato di non voler finanziare alcuna campagna politica con i propri soldi. Comunque sia, tornando sul rapporto difficile tra i due imprenditori (e miliardari), ciò che inasprisce il legame tra l’ex (e futuro?) presidente degli Usa e Musk è proprio la differenza netta della visione sul tema delle auto elettriche e dell’elettrificazione. Da una parte il leader mondiale, insieme a Byd, della produzione di Ev, dall’altra invece un politico che ha affermato senza mezzi termini che gli obblighi dall’attuale amministrazione presieduta da Joe Biden sono stati imposti “da persone molto stupide” (fonte Autoblog). Inoltre, nel 2022, l’ex presidente aveva anche rivelato alcuni aspetti di un vecchio incontro con Musk, in cui quest’ultimo si era recato alla Casa Bianca per chiedere dei finanziamenti sui suoi progetti: “Avrei potuto dire: ‘inginocchiati e supplica’, e lui lo avrebbe fatto”, il commento di Trump. Amore e odio, quindi; amici sì, come ha dichiarato sempre Trump in un’altra occasione, ma con due visioni completamente diverse. Per quest’ultimo, infatti, le auto elettriche “non vanno lontano, costano troppo e saranno prodotte tutte in Cina”. Ma cosa potrebbe succedere con il suo ritorno alla Casa Bianca?
Donald Trump ha parlato del suo incontro con Musk, rivelandone anche le ragioni, durante un’intervista rilasciata a su SquawkBox della Cnbc. Trump, in questa occasione, ha rivelato addirittura di essere a favore delle elettriche, ma che “bisogna avere anche tutte le altre alternative”, il riferimento è ovviamente ai powertrain di natura ibrida. La preoccupazione più grande dell’ex presidente, infatti, riguarda i problemi infrastrutturali degli Stati Uniti, con una rete che non sembrerebbe essere ancora all’altezza per sostenere il peso della transizione. Ricordiamo anche che gli obblighi di Biden ai quali si faceva riferimento in precedenza, riguardano l’ambizione di portare la produzione automobilistica statunitense ad avere il 60% di vetture full-electric entro il 2030. Con il ritorno di Trump, questo obiettivo potrebbe essere messo seriamente in discussione. Secondo Yahoo!finance, infatti, “la più grande minaccia alla transizione - sarebbe - il taglio del rubinetto federale dei fondi per questa infrastruttura chiave”. Nello specifico si fa riferimento al credito d’imposta federale per i veicoli elettrici previsto dall’Inflation Reduction Act e i 7,5 miliardi di dollari della legge sulle infrastrutture, soldi destinati a creare una rete di caricatori per auto elettriche negli Usa. “Se Trump riuscisse a revocare una o entrambe queste iniziative fondamentali - sottolinea Yahoo! -, una trasformazione elettrica negli Stati Uniti sarebbe difficile da realizzare”.