Negli ultimi tempi, a parte le ultime esperienze in The Grand Tour, sul piccolo schermo Jeremy Clarkson si è reinventato agricoltore, e anche conduttore di successo della versione britannica di Chi vuol essere milionario?. Dalle pagine dei maggiori quotidiani del Regno Unito, invece, Jezza, questo il soprannome con cui viene chiamato oltremanica, sforna ogni settimana un concentrato di idee e di opinioni riguardo all’attualità da far rabbrividire qualsiasi benpensante d’oggigiorno. Il dito di Jeremy è sempre puntato verso la sinistra, il “delirio woke”, come spesso lo ha definito, e i burocrati di Bruxelles; che tornano anche questa volta sul banco degli imputati. Ma a volte si ricorda di essere un giornalista di motori, e uno dei più fini e dei più seguiti (e letti) anche, e allora ecco la sua recensione della nuova Porsche Cayenne S, pubblicata su The Sunday Times. Quella di Jeremy, però, è una recensione sui generis. Pochi (ma decisi) i commenti rivolti al motore e alla linea stilistica dell’auto, molti, invece, quelli riservati al futuro dell’automotive e alle decisioni dell’Ue. “Nel mio primo giorno con la Porsche Cayenne S - scrive Jeremy -, sono salito a bordo, ho avviato il motore, ho inserito la retromarcia, e ho quasi avuto un attacco di cuore”. Insomma, un inizio non dei migliori per Jezza ed ecco perché…
Tutta colpa del sistema di sicurezza presenti a bordo del suv, “che rilevavano pericoli che in realtà non erano pericolosi”, sottolinea Jeremy. Per esempio, continua la recensione, “(il sistema, ndr) ha visto il mio fienile e ha pensato che stavo per accelerare alla velocità della luce andandoci contro”. Così il cruscotto ha cominciato a lampeggiare come il cockpit di un aereo sotto attacco, ma, scrive Clarkson, “ero nel mio cortile, per l’amor di Dio, nelle Costwolds. Ma la Porsche credeva di essere a Fukushima con un’onda in arrivo”. Così nell’articolo di Jezza, le sue opinioni riguardo l’automobilismo moderno hanno preso il sopravvento sulla vettura stessa. “Se siete saliti a bordo di un’auto costruita negli ultimi due anni - scrive Clarkson - avrete sperimentato la stessa situazione. C’è un allarme quando aprite lo sportello, e poi un altro quando lo chiudete. Poi, quando guidate per strada, qualche stupido sensore si accende e all’improvviso attiva i freni perché è convinto che il ponte stia per crollare. Oppure ti strappa il volante dalle mani perché hai cambiato corsia senza mettere le frecce […] Non è assurdo?”. Clarkson li definisce sistemi “baby sitter”, e poi rivela che per provare la Cayenne S gli è stato consegnato un foglio con tutte le istruzioni per disattivare tutti i sensori, ma “perché - si chiede Jeremy - installare un sistema di sicurezza e poi spiegare ai giornalisti come spegnerlo?”. Il problema, sempre secondo Jeremy, starebbe tutto nelle imposizioni dell’Ue; anche se il Regno Unito non fa più parte dell’Unione causa Brexit. Imposizioni che starebbero seriamente danneggiando il futuro del settore: “Gli analisti rivela Clarkson dicono che quando tutti questi costosi componenti elettronici saranno installati, non sarà più possibile creare del profitto da una piccola auto poco costosa […] E tutto - continua Jeremy - sta andando per il peggio”.
Infine, arriva anche qualche giudizio sulla Porsche in prova. Giudizio finale: Mmm… “Si tratta solamente di un leggero restyling, anche piuttosto triste da vedere”, sottolinea Jezza. A quanto pare, continua la recensione, “il reparto design di Porsche pensa di poter continuare a mettere il muso della 911 sul frontale di qualsiasi suv, e che il risultato sia ok. Ma - sottolinea - è come mettere un becco a un coniglio. Sembra stupido”. Comunque sia, l’auto ha anche i suoi punti di forza, un assemblaggio pressoché perfetto e il motore da 468 Cv di potenza, anche se quest’ultimo in realtà entusiasma Jeremy il giusto: “Un buon libro piuttosto che un blockbuster diretto da Michael Bay”. In poche parole, conclude Clarkson: “It’s non my cup of tea”.