“La gente non li vede e sfascia la macchina”, così commentava l’autore del video, ripubblicato anche dall’ex velina e presentatrice Maddalena Corvaglia. Il filmato, ripreso anche dal Corriere della Sera, mostra l’incidente appena avvenuto in corso Buenos Aires a Milano, collegamento tra Loreto e Porta Venezia. La causa è la nuova pista ciclabile, che fa discutere per le dimensioni del cordolo che delimita la corsia dedicata alle bici. 17 centimetri di altezza e mezzo metro di larghezza. Un “muretto” che a parere di molti è controproducente. Un ulteriore elemento di pericolo sarebbe rappresentato dalla durezza delle curve. L’unione dei due elementi, cordolo e curve, rischia di diventare un serio pericolo per gli stessi ciclisti. Nel video, pubblicato per la prima volta dalla pagina Milanobelladadio, si vedono delle macchine distrutte, ferme proprio sulla ciclabile, segno inequivocabile del fatto che, scontrandosi con il cordolo, le auto possono venire sbalzate addosso a eventuali ciclisti. Per fortuna, in quel momento nessuno stava percorrendo il tratto e non ci sono state conseguenze per alcun cittadino. Resta il fatto che la gestione della viabilità milanese continua a essere un problema. Anche perché ai fatti di corso Buenos Aires si è aggiunta un’ulteriore polemica. In corso Monforte, infatti, in maniera analoga, la nuova ciclabile sta provocando forti disagi alla mobilità del quartiere. Le macchine stanno ferme in coda, le ambulanze non riescono a passare e i negozi della zona fanno fatica a gestire lo scarico e il carico della merce. Ancora la pagina milanese segnala un video in cui una signora protesta: “Questa ciclabile è una follia”.
Ovviamente, le voci non sono tutte concordi su quanto successo. Il fronte opposto dà la colpa all’imprudenza degli automobilisti, colpevoli di non vedere dei cordoli così grandi. O, ancora, al mancato rispetto dei limiti di velocità. Insomma, varie posizioni si mischiano su una questione che rende problematica la salvaguardia della salute di tutti e, su un altro versante, il mantenimento scorrevole del traffico. Purtroppo, questi non saranno gli ultimi casi in cui si parlerà di simili incidenti. Da molto tempo, infatti, si alternano critiche e sostegno alla politica milanese, la quale, dopo la pandemia, ha messo al centro un cambio di marcia nei confronti della mobilità e degli incentivi all’utilizzo della bicicletta. Per alcuni una questione di abitudine, come accade in altre città, soprattutto del Nordeuropa. Per altri una totale mancanza di pragmatismo, sintomo di un’incapacità di comprendere la realtà di Milano. Vedremo, alla lunga, come verrà gestita la situazione.