Storica roccaforte comunista, a quanto pare anche Mirafiori, stabilimento Fiat (ora Stellantis), è svoltato o sta per svoltare a destra. È quanto emerge da un sondaggio sul campo condotto dalla Stampa, “tastando il polso” degli operai alla porta 2 dell’ormai ex santuario della sinistra italiana.
“Molto, moltissimo – si legge sul quotidiano torinese – è cambiato. Le tute degli operai non sono più blu dagli anni 80 ma ora è sparita anche la scritta Fiat sul petto. La tuta grigia porta il simbolo di un tridente e il logo Maserati. Alle Carrozzerie lavorano oggi 2.900 persone, un quarto dei 12 mila che ancora oggi affollano la grande fabbrica. Alle Carrozzerie l’età media è di 55 anni. Ecco perché quello delle pensioni è un tasto dolente”. E sulle pensioni il Pd e quel che resta della sinistra non convincono: “Meglio la Meloni. Lei promette quota 41, il Pd dice che non cambierà la legge Fornero. Secondo te chi dovrei scegliere?”, spiega un lavoratore.
Cambiano i temi delle domande, ma la risposta non cambia: “Insomma, sembra che qui la sinistra sia fortemente minoritaria. Nessuno voterà per Letta? «Letta, ma siamo matti?»”. E ancora: “Un tempo, davanti a questi cancelli, ci si vergognava di dichiarare che si votava anche solo la Dc, non parliamo degli eredi dell’Msi. Adesso invece succede il contrario. La sinistra sembra diventata la parolaccia”. Anche se alla sinistra vengono associati la Fornero e il Jobs Act di Renzi, che di sinistra, come peraltro a ben guardare Letta, non sono.
Tutti fascisti, dunque, anche gli operai? Macché. Sempre sulla Stampa il sociologo Marco Revelli spiega: “Chi vota Meloni non è fascista, ma si sente deluso o risentito”.
E da parte sua il sindacalista Giorgio Airaudo sottolinea che “quella fabbrica è uno specchio fedele della società, ma più che le nuove pulsioni mi preoccupa la disaffezione al voto. La sinistra è divisa e litigiosa e gli operai sono stati abbandonati”.