Repubblica di San Marino, ovvero la Mecca degli italiani a caccia di benzina a costi umani. Si sono formate lunghe code già in questi primi giorni del nuovo anno alle stazioni di carburante del piccolo Stato incastonato in Emilia-Romagna. Entro i suoi confini, infatti, si può fare il pieno al distributore a prezzo di saldo, risparmiando dai 15 ai 20 euro.
Mentre in Italia il mancato rinnovo del taglio delle accise ha fatto di nuovo alzare il prezzo alla pompa (1,8 euro/litro al selfservice, 1,95 al servito, mentre il gasolio rispettivamente a 1,87 e sopra i 2 euro), i sammarinesi pagano fra 1,45 e 1,55 al litro. Gli abitanti della provincia di Rimini sono quindi corsi in massa, specialmente chi possiede la “Smac Card”, un bancomat riconosciuto dalle banche di San Marino che dà diritto a uno sconto ulteriore di 10 centesimi.
A differenza del governo Meloni, quello sammarinese ha confermato il calmieramento delle accise perché, ha spiegato al Corriere il ministro dell’industria Fabio Righi, si sono registrati “numeri superiori al 2019” nelle “statistiche relative a nuove società, import ed export”. Cifre “non certo da recessione”, ha continuato, “per questo abbiamo deciso di prorogare al 31 gennaio il taglio delle accise”. Fino a fine mese, quindi, i migliaia di camionisti frontalieri che ogni giorno varcano il confine per lavorare a San Marino potranno godere, come i romagnoli dei dintorni, di un pieno “scontato”.