Dall’Inghilterra si leva l’allarme sulle automobili a guida autonoma: secondo gli assicuratori del Motor Insurers’ Bureau (MIB), sarebbero a forte rischio di hackeraggio da parte di potenziali terroristi, che potrebbero utilizzarle per attacchi come quello sul ponte di Westminster del 2017, oggi, grazie alla tecnologia, con una pericolosità “molto più elevata”. L’associazione degli assicuratori inglesi ha pubblicato un dossier in cui sottolinea il problema per portarlo all’attenzione del Comitato dei Trasporti, che sta studiando le nome sulle auto automatizzate prima del loro arrivo sul mercato, previsto fra quest’anno e il 2025. Nel dettaglio, nel rapporto si legge che i veicoli a guida autonoma, una volta hackerati, consentirebbero ai gruppi terroristici di “usarli come arma letale senza mettere a rischio la propria vita”, dal momento che l’ADS potrebbe essere configurato in modo da permettere il controllo esterno.
Per questa ragione, il MIB scrive di nutrire “serie preoccupazioni circa la possibilità che il sistema di guida automatizzato (ADS) possa essere violato e reimpostato per lasciare una traccia di dati falsa e fuorviante”. Ad esempio, continua la relazione, “in uno scenario di incidente con omissione di soccorso, un ADS corrotto potrebbe lasciare dati che indicano che il veicolo si trovava sul luogo dell'incidente quando in realtà non era affatto vicino”. Non solo, ma “gli (veicoli autonomi) controllati dall'esterno potrebbero anche essere utilizzati per frodi come gli incidenti crash for cash, in cui l'autore del crimine organizza un incidente stradale al fine di presentare una richiesta di risarcimento fraudolenta contro l'assicurazione della controparte”. Dominic Clayden, ceo del MIB, ha commentato: “La crescente influenza della tecnologia nelle nostre vite è positiva sotto molti aspetti, ma con essa aumenta il rischio di attacchi informatici”.